Sistema socio-sanitario: alcuni sindaci della Martesana rivendicano un ruolo da protagonisti

Zacchetti, Veneroni, Rusnati e Maviglia inviano una lettera ai vertici sanitari. La centralità della medicina territoriale tra le principali richieste

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Un ruolo da protagonisti nel complesso mondo dell’organizzazione sanitaria. Questo rivendicano, tra gli altri, il sindaci di Cernusco sul Naviglio, Vimodrone, Bussero e Cassano d’Adda con una lettera inviata alla Direzione Generale dell’Asst Melegnano-Martesana, a quella di Ats della Città metropolitana di Milano e al Presidente della commissione Sanità di Regione Lombardia.

«Vogliamo concorrere al governo del sistema socio-sanitario»

Il tema è quello del nuovo riassetto delle strutture sanitarie, necessario dopo l’emergenza Covid-19 ancora non finita. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), presentato a Bruxelles dal Governo italiano, prevede da un lato il rafforzamento e lo sviluppo  dell’assistenza territoriale, dall’altro investimenti in ricerca, dotazioni tecnologiche e digitalizzazione.

A questo si aggiungono le osservazioni fatte dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari regionali a Regione Lombardia, che li ha parzialmente recepiti nelle linee guida per la sanità varate a fine maggio, attraverso le quali prevede una ridefinizione dei ruoli delle Ats e delle Asst. Ed è leggendo questo documento che alcuni sindaco dell’Adda-Martesana hanno rivendicato un ruolo centrale nella gestione dei servizi sanitari.

«Come Amministratori locali vogliamo dare un contributo con responsabilità e coerentemente con il nostro ruolo di rappresentanti istituzionali – si legge nella lettera – Vogliamo concorrere al governo del sistema socio-sanitario e per farlo c’è la necessità di riconoscere alle Conferenze dei Sindaci un ruolo imprescindibile nella programmazione dell’Asst e non solo una presenza consultiva.Nelle linee guida si parla solo di “raccordo” e “rapporto con i Sindaci”, senza indicare le modalità operative del loro coinvolgimento. Questo aspetto quindi rimane vago e non è sviluppato».

Governance multilivello

Alla luce dell’esperienza pandemica i primi cittadini chiedono una governance multilivello della sanità tra Governo, Regioni e Sindaci, per sviluppare programmi di prevenzione e contenimento delle malattie trasmissibili.

«Questa drammatica e difficile esperienza deve diventare un’occasione importante per ripensare il nostro sistema sociosanitario e non solo, proprio perché non saremo più come prima – prosegue la lettera – Si tratta di una sfida generativa che va colta da subito.Serve un maggior coordinamento fra centro e periferia, fra scelte nazionali, regionali e territoriali. Serve un rilancio della prevenzione in quanto solo l’intervento sui fattori di rischio e il cambiamento degli stili di vita garantirà una salute migliore per tutti».

Medicina territoriale

Per offrire un sistema socio-sanitario di qualità per i sindaci firmatari la soluzione non può che essere la medicina territoriale, con una centralità degli ambiti distrettuali per la programmazione e l’erogazione dei diversi servizi.

Medicina territoriale che significa anche un numero adeguato di medici di medicina generale, figura che invece sul territorio scarseggiano, come denunciato da sindaci e consigli comunali di differenti colori politici.

«Allo stato attuale si ritiene prioritaria la risoluzione di questo grave problema di carenza di MMG in un numero sempre più elevato di territori

– hanno sottolineato i sindaci –  Reputiamo sia necessario affrontare la situazione in due step: in primo luogo trovando soluzioni che nell’immediato riescano a migliorare la situazione attuale e nel frattempo avviando iniziative e politiche che nel medio/lungo periodo permettano di non trovarsi più a dover gestire la stessa problematiche».

I primi cittadini seguono con attenzione anche lo Sviluppo delle Case della Comunità, strutture previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo, pensate come strutture di welfare multilivello, che grazie a diversi professionisti siano in grado di offrire una presa in cura a tutto tondo.