Una quesitone etica dalle importanti implicazioni legali: fino a che punto condannare l’eutanasia? A questo proposito l’Associazione Luca Coscioni, con il sostegno di alcuni esponenti politici del Partito radicale del Pd, del Movimento 5 Stelle, di Italia viva e Leu, ha lanciato una raccolta firme per poter presentare un referendum in difesa dell’eutanasia attiva (quella cioè che dipende dalla volontà dell’individuo coinvolto).
Un’abrogazione in difesa della volontà individuale
Il referendum è una richiesta di abrogazione parziale dell’attuale norma legale (che attualmente condanna sia l’eutanasia attiva che quella passiva) seguendo le modalità consentite nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e sul testamento biologico. La proposta, è stato sottolineato nel sito che la descrive, non intende in alcun modo promuovere condotte non ammesse dalle forme previste dall’ordinamento (eutanasia contro un incapace, contro coloro a cui il consenso viene estorto con violenza, minaccia, contro i minori), a cui resta applicabile il reato di omicidio doloso.
Dove firmare? Per ora a Milano, a Cassano d’Adda e a Inzago
Diversi studi notarili e di avvocati hanno dato la loro disponibilità nella raccolta firme, e il sito che promuove il referendum ha messo a disposizione una cartina dell’Italia aggiornata quotidianamente in cui sono segnalati i referenti a cui ci si può rivolgere per poter firmare. In particolare, a Cassano D’Adda ci si potrà rivolgere all’Avv. Simona Merisi e all’ Avv. Barbara Rota; A Inzago agli Avv. Marta Mura e Avv. Fulvio Rossetti. Sabato 3 luglio verranno inoltre allestiti dei tavoli, uno in piazza Garibaldi a Cassano e uno in Piazza Maggiore a Inzago.