Segrate, distanza dei centri vaccinali: ora tutta la maggioranza alza la voce

I consiglieri comunali delle liste che sostengono il sindaco hanno chiesto ai colleghi di opposizione di unirsi a loro

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Ad aprire la questione della distanza dei centri vaccinali da Segrate, definendo la scelta di non aver pensato a poli più vicini alla città una «vergogna», è stato il Partito Democratico che ha sottolineato le probabili difficoltà per i cittadini over 80 a muoversi in autonomia, senza considerare il fatto che non tutti hanno qualcuno che possa accompagnarli.

Ora tutta la maggioranza segratese – Lista Paolo Micheli; PD Segrate; Segrate Nostra; + Segrate Viva – ha preso posizione, invitando anche i consiglieri di opposizione «a unirsi e alzare la voce» contro questo tipo di gestione. «Ci chiediamo se chi prende queste decisioni si renda conto di cosa chiede ai suoi cittadini, considerando che i primi destinatari sono proprio gli over 80, cioè una fascia della popolazione che ha notoriamente difficoltà a spostarsi, specie tanto lontano – hanno scritto in un comunicato – Il più vicino è Melzo, a una decina di chilometri, ma non è escluso che ci si debba recare in uno degli altri poli, distanti 25 – 30 km. Non tutti – hanno proseguito – sono così fortunati da avere figli e nipoti che – prendendosi un giorno dal lavoro – possano accompagnarli, e ci sembra assurdo doverlo ricordare noi di Segrate e dei comuni a noi vicini come Pioltello, Vimodrone, Peschiera Borromeo».

Fondamentali saranno i volontari

Le forze di maggioranza hanno sottolineato come molti sindaci, compreso il primo cittadino di Segrate Paolo Micheli, abbiano messo a disposizione alcuni spazi per trasformarli in spazi vaccinali. Richieste che si sarebbero concluse con un nulle di fatto. Segrate, e molti altri Comuni, ora dovranno organizzarsi per il trasporto degli anziani che non hanno una “rete” in grado di sostenerli in questa fase.

«Una soluzione potrebbe essere quella di tentare di fare rete, con volontari che accompagnino gli anziani più fragili laddove non ci sia un’alternativa – hanno proseguito – Sarebbe l’ennesima istanza, però, di un fenomeno molto diffuso, specie in Italia, specie in Lombardia: dove non arriva il sostegno dello Stato, lì intervengono i privati cittadini con la loro solidarietà».