Una delle scelte più difficili a cui un adolescente è chiamato a rispondere è quella del percorso di studi da intraprendere una volta finite le scuole medie. Se a questo si aggiunge la situazione che l’intero paese sta vivendo e che coinvolge in primis proprio la scuola e tutto l’apparato educativo, ci si rende subito conto che le difficoltà nel fare questa scelta aumentano a dismisura. Ecco perché il progetto Come Pietre nell’Acqua, finanziato da Fondazione Con I bambini nel Fondo di contrasto per le povertà educative, ha attivato un’iniziativa di peer education, educazione tra pari, che mette in comunicazione i giovani delle scuola superiori con quelli delle medie, indirizzandoli verso la scelta più adatta a loro.
Incontri online
Già dal lockdown gli educatori di Come Pietre nell’acqua avevano cominciato a sperimentare una forma di peer education che potesse essere svolta completamente online: attraverso una serie di interviste i ragazzi più grandi hanno raccontato senza censure la propria esperienza alle prese con nuove materie, nuovi insegnanti e nuovi compagni, ma il progetto non si è fermato qui. Da Lunedì 26 ottobre infatti, hanno preso inizio anche alcuni incontri online di due ore ciascuno, che coinvolge 200 ragazzi delle classi terze e permette loro di porre ogni tipo di domanda ai loro compagni più grandi.
«Approcciarsi ad una scelta importante come quella della scuola superiore, è una prima scelta “vera” dei ragazzi – hanno detto gli educatori del progetto – e farla sentendosi accompagnati da qualcuno di più grande, qualcuno che l’ha già fatta, permette ai ragazzi più piccoli di sentirsi più sicuri avendo una “guida”, un riferimento tra scuola e territorio».
Anche se la prima finalità del progetto è quella dell’orientamento, anche per i più grandi può essere un’occasione «di ripensare alla propria esperienza e di darne significato nello spiegarlo ai ragazzi più piccoli. Permette ai più grandi di fare un punto di autovalutazione della propria scelta».