Gli ospedali vicini al collasso durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria sono sicuramente un’immagine indelebile. Reparti di terapia intensiva e strutture tenute in piedi non si sa come restituiscono, da un lato, la grande professionalità degli operatori sanitari, dall’ altro uno spaccato di un sistema che si è dimostrato non del tutto pronto per affrontare l’emergenza.
La parola d’ordine ora sembra essere medicina territoriale e anche 28 Sindaci rientranti nell’area dell’ASST Melegnano-Martesana sembrano pensarla così. I primi cittadini hanno infatti inviato una lettera (qui la versione completa) ai vertici della sanità, compreso l’assessore regionale Giulio Gallera, per chiedere che vengano attivate le Unità speciali di Continuità assisteziale (USCA) «L’istituzione delle USCA – si legge nella lettera – è urgente per garantire una presa in carico territoriale adeguata dei pazienti a domicilio e per supportare l’attività dei medici di medicina generale». Un rafforzamento della medicina territoriale che, sono convinti, «consentirebbe di ridurre l’accesso a pronto soccorso e il sovraccarico sulle terapie intensive».
I Sindaci chiedono Unità di assistenza distribuite sul territorio
I Sindaci chiedono l’apertura di almeno un’Unità Speciale di Continuità Assistenziale per ogni distretto socio-assistenziale della Martesana. E se per il distretto 4, l’USCA potrebbe sorgere all’interno dell’ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio, per il distretto 3 – che comprende i comuni di Pioltello, Rodano, Segrate e Vimodrone – la struttura potrebbe stabilirsi a Segrate. Proprio per il distretto 3, uno dei principali promotori dell’ istituzione di un’Unità Speciale è stato il Sindaco di Vimodrone Dario Veneroni «Il fatto che 28 sindaci della Martesana abbiano deciso di scrivere una lettera comune è un segno di maturità, una prova della capacità di andare oltre le appartenenze politiche quando in gioco c’è la salute dei cittadini – ha detto il Sindaco – Le USCA in questo momento servono più che mai – ha sottolineato – perché strumenti indispensabili per tenere meglio monitorata la diffusione del contagio e per offrire una risposta rapida ai pazienti, senza che questi intasino gli ospedali».