Covid e sostegno psicologico a Cassina: la Dott.ssa Marini spiega come funziona

Un servizio gratuito organizzato da Amministrazione comunale e centro Armonia. Possono accedere sia gli operatori maggiormente esposti che i comuni cittadini

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Il Coronavirus è associato a una parola: emergenza.  Innanzitutto quella sanitaria, come dimostrano i numeri dei contagi e dei decessi. Ma anche economica, sociale e, non meno importante, psicologica. Il Comune di Cassina de’ Pecchi, in collaborazione con il centro Armonia, ha organizzato un servizio di sostegno psicologico ai cittadini che manifestano difficoltà e a tutti gli operatori cassinesi – medici, infermieri, volontari e dipendenti comunali – esposti emotivamente in questo momento.

La redazione di fuorodalcomune.it ha parlato del servizio con Alda Marini, Psicologa analista e docente presso la scuola di psicoterapia del CIPA di Milano.

Più Chernobyl che guerra

«Il servizio prevede due tipi di intervento con colloqui on line o telefonici – ha spiegato la Dottoressa Alda Marini – Il primo rivolto a tutta la popolazione con tre colloqui mentre per gli operatori abbiamo previsto con l’Amministrazione un servizio, sempre online o telefonico, più strutturato, con 4 sedute da 45 minuti l’una».
La dottoressa ha anche spiegato quali possono essere i disturbi più comuni dovuti a questa situazione e del perché possano riemergere problemi magari rimasti latenti. «Il ventaglio delle patologie è molto ampio. Si va dagli attacchi di panico e ansia generalizzata – ha sottolineato – fino a stati depressivi. Soprattutto persone che hanno avuto in passato delle problematiche possono vederle riaffiorare a causa del venir meno della routine quotidiana».
Ma che condizione psicologica si vive di fronte a un virus, un nemico invisibile, in grado di travalicare i confini? «Il paragone con la guerra che molti fanno non è esatto – ha voluto evidenziare la Dottoressa Marini – In quel caso c’erano delle aree libere nel nostro immaginario, luoghi in cui questa non c’era. In questo caso ci si confronta invece con una malattia mondiale, con un nemico che non è visibile e non è esterno, che rimane impalpabile. Una condizione più riconducibile al disastro di Chernobyl».