Coronavirus, spesa solo nel Comune di residenza?

La spesa va fatta nel «posto più vicino possibile a casa»

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Ad ogni Decreto sorgono domande e interpretazione. Domande frequenti, alle quali il Governo dà una risposta. Uno dei maggiori dubbi circolato nei giorni immediatamente successivi l’approvazione del Decreto del 22 marzo riguarda la spesa: E’ possibile acquistare generi alimentari in un comune diverso da quello di residenza?

La spesa va fatta nel luogo più vicino

La risposta è affermativa. E’ possibile fare la spesa in comune diverso da quello di residenza, ma è necessario farla nel luogo più vicino alla propria abitazione o, per chi non sta lavorando in modalità smartworking, nel negozio più vicino al luogo di lavoro. «La spesa – si legge nelle FAQ della Presidenza del Consiglio dei Ministri – è fatta di regola nel proprio Comune, dal momento che questo dovrebbe garantire la riduzione degli spostamenti al minimo indispensabile. Qualora ciò non sia possibile (ad esempio perché il Comune non ha punti vendita), o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti»