Liberi di scrivere 2019: la parola allo scrittore Alberto Figliolia

Presenza storica del concorso e presidente della Giuria, lo scrittore ci racconta i “dietro le quinte” delle selezioni e la sua esperienza con il laboratorio di scrittura creativa al carcere di Opera

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Manca pochissimo alle premiazioni del concorso letterario “Liberi di scrivere”. I nomi dei vincitori saranno infatti svelati sabato 11 gennaio alle 17 presso l’Auditorium BCC di Carugate, dove scopriremo gli autori dei tre racconti scelti dalla Giuria e del racconto più votato online da voi lettori.

L’edizione 2019 ha registrato un successo record con ben 593 partecipanti, da tutta Italia e anche dall’estero, per un totale di 591 racconti. Letti e valutati dalla Giuria di esperti presieduta dallo scrittore Alberto Figliolia e composta dalla giornalista Silvia Calvi, gli scrittori Elisabetta Bucciarelli, Lello Gurrado, e Mirfet Piccolo, Danilo Lamberti del Gruppo Teatro Tempo e Valentina Vogliolo, libraia delle Librerie Coop, partner dell’edizione 2019.

I nomi dei vincitori sono ancora top secret, ma il presidente Alberto Figliolia ci ha raccontato le sue impressioni su questa edizione del concorso e svelato i dietro le quinte dell’impegnativo lavoro di selezione.

UNA PRESENZA STORICA DI LIBERI DI SCRIVERE

Giornalista e scrittore, Alberto Figliolia è una presenza storica del concorso. «Ho fatto parte della Giuria fin dal sua nascita nel 2007», ci ha raccontato. «Da allora sono stato presente a tutte le edizioni. E’ un appuntamento a cui tengo moltissimo, e quest’anno ho avuto l’onore di essere scelto come presidente».

«Questa edizione è stata un successo strepitoso. La mole imponente di racconti ricevuti è un segnale positivo, significa che le persone hanno voglia di comunicare, raccontare e raccontarsi anche nel profondo», ha spiegato Alberto Figliolia. «Su numeri così grandi la qualità non è sempre eccelsa, ma il livello medio è dignitoso, con punte veramente notevoli».

«Leggere tutti i racconti è stato davvero impegnativo. Ho calcolato che è come aver letto i romanzi ‘Anna Karenina’, ‘Guerra e pace’ e ‘I fratelli Karamazov’!», ha scherzato lo scrittore. «Qualche racconto faceva anche sbuffare, perché cadeva nell’ovvio, nel banale o nello scontato, però ho grande rispetto per tutti coloro che si sono cimentati in questa impresa».

OROLOGIAI, VIAGGI NEL TEMPO, UN MINATORE ANDINO

Il tema dell’edizione 2019 del concorso era il Tempo, su cui i partecipanti si sono sbizzarriti. «Ci sono tantissimi racconti sull’alzheimer, una malattia che fa perdere la memoria, la cognizione di se stessi e il senso del tempo. Molto presente negli scritti è la figura degli orologiai, insieme alla personificazione del tempo, viaggi nel tempo e storie d’amore», ha commentato Figliolia. «Ma c’è anche un minatore andino e le ambientazioni sono le più disparate, dal giallo al noir alla fantascienza».

Per valutare i racconti ogni membro della Giuria doveva assegnare un punteggio da zero a dieci ed esprimere un giudizio complessivo. «Il punteggio rende conto dell’originalità dell’idea, dello stile e della correttezza della forma, e non va interpretato come un voto scolastico. Io sono piuttosto severo nella valutazione, ma per fortuna non ho dovuto dare zero a nessuno», ha proseguito il Presidente della Giuria. «Dopo la lettura i giurati si confrontano e la discussione si concentra sulla valenza del racconto, andando oltre eventuali sbavature nella forma. Le riunioni sono sempre animate, ma alla fine c’è stata una discreta omogeneità tra i giurati nella scelta di finalisti e vincitori».

UN TEMPO “DIVERSO”

Alcuni racconti ricevuti dalla Biblioteca di Carugate provengono dal carcere di Opera. Nella casa circondariale si tiene infatti un laboratorio di lettura e scrittura creativa condotto da Alberto Figliolia insieme a Silvana Ceruti, che lo ha fondato 25 anni fa, e una decina di volontari.

«I carcerati che partecipano sono molto motivati e bravissimi. Scrivono tutti in italiano, ma molti sono stranieri e nel tempo si è formata una piccola comunità internazionale», ci ha raccontato Figliolia. «Uno dei partecipanti, di origine boliviana, è così bravo che ha disputato le finali nazionali del Campionato Italiano di Poetry Slam ed è stato invitato alle gare europee».

Recentemente è stato presentato il libro Gridi e preghiere, che raccoglie poesie scritte dai carcerati ed è pubblicato da La vita felice. La stessa casa editrice ha pubblicato anche il Calendario poetico fotografico 2020 sul tema “Erranti”, dove le poesie scritte in carcere accompagnano gli scatti della fotografa Margherita Lazzati.

«Il laboratorio è di alto livello. La scrittura è anche scavo interiore, ti costringe a fare i conti con te stesso. E’ un cammino per scoprire se stessi e può diventare il modo per raddrizzare un itinerario esistenziale storto», ha sottolineato Figliolia.

Non è la prima volta che i carcerati partecipano al concorso Liberi di scrivere, che Figliolia ha presentato al laboratorio di scrittura creativa. Ma per l’ultima edizione, dedicata la Tempo, c’è stato un coinvolgimento speciale. «Il tempo è un argomento molto gettonato in carcere, perché lo scorrimento del tempo lì è diverso. E’ lento e infinito, circolare, è un tempo sottratto. Spesso le pene sono lunghe, anche ergastoli, quindi il tempo diventa una variabile monotona e impazzita».

Uno spunto di riflessione per tutti e uno sguardo su un “tempo diverso” con cui Alberto Figliolia ha arricchito il confronto tra i giurati. «Un confronto a volte acceso e animato, ma sempre divertente!», ha aggiunto lo scrittore.

APPUNTAMENTO ALLA CERIMONIA DI PREMIAZIONE

Come si sono conclusi i lavori della Giuria? Ci hanno svelato i 24 racconti finalisti, ora ci non resta che scoprire i tre vincitori alla cerimonia di premiazione che si terrà sabato 11 gennaio alle 17 presso l’Auditorium BCC di Carugate.