Extrema ratio: a Carugate si vive l’esperienza del carcere

Un percorso esperienziale ospitato all'Oratorio, per toccare con mano la vita dei detenuti

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Come si vive in carcere? Quali sono gli spazi disponibili, e come ci si sente ad abitarli? Sono domande che tutti, prima o poi, ci poniamo: a Carugate, per una settimana, è stato possibile trovare delle risposte, grazie a Extrema Ratio, un’installazione esperienziale temporanea a opera di di Caritas Ambrosiana, realizzata per aiutare a riflettere sul tema del carcere.

EXTREMA RATIO

Nell’installazione, che è stata visitabile dal 6 al 13 novembre, i visitatori sono stati condotti lungo un percorso di avvicinamento alla cella al termine del quale, dopo aver simulato una mini prassi identificativa con la richiesta delle impronte digitali, sono stati invitati a immergersi nella quotidianità carceraria, per un totale di 45-50 minuti totali di durata dell’esperienza.

Le celle, realizzate da alcuni detenuti nel carcere di Bollate, sono state delle vere e proprie  riproduzioni in dimensioni reali, utili a interrogarsi sull’efficacia della pena carceraria, permettendo di domandarsi se possa essere strumento educativo e di integrazione sociale o se non sia da considerarsi – appunto – come “extrema ratio”. Al termine della visita, alcuni ragazzi dell’Oratorio – opportunamente formati da Caritas – hanno aiutato i visitatori a comprendere al meglio l’esperienza vissuta, dando valore al tempo trascorso all’interno dell’installazione.

Il percorso è stato ideato e dedicato ai giovani dai 16 anni in su e agli adulti, in quanto bambini e ragazzi più giovani avrebbero con ogni probabilità faticato a cogliere il senso dell’esperienza.

UN LUNGO PERCORSO PER CAPIRE E RACCONTARE

«Hanno partecipato circa 250 persone, provenienti sia da Carugate che da Cernusco, Bussero, Cassina, Pioltello e Segrate, insomma da tutto il nostro territorio del decanato

– ci ha raccontato don Simone, dell’Oratorio di Carugate -. L’installazione si è svolta all’interno di una settimana dedicata al tema del carcere, durante la quale abbiamo organizzato due incontri molto significativi: abbiamo prima incontrato quattro detenuti del carcere di Busto Arsizio che, accompagnati dal cappellano, hanno raccontato la loro esperienza, e poi a venire a trovarci sono stati tre ragazzi detenuti al Beccaria accompagnati da Massimo Achini, presidente CSI e loro mister, in quanto da due anni ha formato una squadra di calcio interna al carcere. Abbiamo cenato e giocato a calcio con loro, in un’occasione di divertimento e grande insegnamento per tutti i nostri ragazzi.»

ORATORIO E CARCERE: IL LAVORO DEI GIOVANI

Un tema, quello del carcere, che non è nuovo per i ragazzi di Carugate, come ci ha spiegato don Simone: «Anche lo scorso anno i ragazzi hanno vissuto esperienze legate a questa tematica, animando messe all’interno degli istituti di detenzione e facendo visita ai detenuti. Probabilmente anche per questo i visitatori sono rimasti toccati dall’esperienza e dal percorso di rilettura finale della stessa, svolto proprio dai nostri ragazzi. A colpire, in particolare, sono stati gli spazi angusti per via del sovraffollamento delle carceri, e la sensazione di noia e solitudine che trasmettevano».

EXTREMA RATIO: LE CELLE

Di seguito alcune immagini dell’installazione, che ben rappresentano gli spazi soffocanti delle celle e il tentativo di personalizzazione di coloro che le abitano.