Il pirata della strada che ha ucciso Mirko Lovecchio, il ragazzo di 17 anni travolto e investito venerdì notte sulla provinciale 104 Cassano-Vaprio, ha un volto. Ma non quello del 76enne che si era costituito il giorno dopo, bensì quello del figlio 34enne, che l’uomo aveva tentato di proteggere, addossandosi tutte le colpe.
Mirko è stato investito venerdì notte. Era in bicicletta, tornava a casa dopo una serata insieme agli amici. Al ritorno doveva passare per forza sulla provinciale che collega Vaprio a Cassano d’Adda, una strada buia dove un’auto l’ha investito, senza fermarsi.
Un amico, che ha avvisato il 112, aveva fornito ai carabinieri di Vimercate qualche indicazione: un’auto scura, piccola, fuggita a forte velocità.
E mentre i militari indagavano, si era presentato in caserma un uomo di 76 anni, che aveva dichiarato di essere al volante dell’Opel Corsa che aveva travolto Mirko.
Ma il capitano Roberto Giannola e i suoi uomini non gli hanno creduto e domenica pomeriggio è arrivata la conferma: alla guida c’era in realtà il figlio, 34 anni, operaio, già fermato in passato per guida in stato di ebbrezza e alta velocità. Il 34enne ha confessato e ora è accusato di omicidio colposo e di omissione di soccorso.