le isole di calore urbano sono zone dove il caldo si disperde con difficoltà. Il fenomeno, studiato e analizzato su scala globale, può essere problematico per le fasce di popolazione più vulnerabili.
Anche la Città Metropolitana di Milano, dal 2018, studia il fenomeno con un gruppo di lavoro, capofila del progetto europeo LIFE Metro Adapt. Gli studiosi hanno analizzato i dati raccolti durante le notti più calde delle aree meno urbanizzate, fissando una temperatura notturna media pari a 20-22 gradi, constatando che in alcuni punti della Città Metropolitana si riscontrano invece temperature costanti, superiori ai 25 gradi di notte e 35 di giorno.
LE FASCE A RISCHIO
I dati sulle temperature sono stati messi a sistema con quelli delle fasce di popolazione più vulnerabili da un punto di vista sanitario, ovvero i bambini sotto i dieci anni di età e gli adulti over 70.
I COMUNI PIU’ A RISCHIO
È stato calcolato che il 4% della popolazione di Città Metropolitana, ovvero 125.000 bambini e anziani che vivono in zone sottoposte al fenomeno delle isole di calore, è a rischio termico-sanitario.
I comuni più esposti al rischio termico sanitario sono:
Corsico: 7,7% della popolazione totale
Milano: 7,6% della popolazione totale
Sesto San Giovanni: 7% della popolazione totale
Bresso: 6% della popolazione totale
Cologno Monzese: 5% della popolazione totale
Segrate: 4% della popolazione totale
Pioltello: 3% della popolazione totale
Cinisello: 3% della popolazione totale
Rozzano: 3% della popolazione totale
Baranzate: 3% della popolazione totale
CITTA’ METROPOLITANA E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
È stato Pietro Mezzi, consigliere delegato all’Ambiente e al Territorio della Città Metropolitana di Milano, a spiegare quali misure l’ente ha messo in campo per fronteggiare il problema del cambiamento climatico: «In solo due anni abbiamo ottenuto finanziamenti per 1 milione e 500 mila euro per ricerche e studi finalizzati ai temi della mitigazione e adattamento delle città e dei territori al climate change – ha detto -. Nel 2017 abbiamo ottenuto un primo finanziamento della Fondazione Cariplo, che abbiamo ripetuto nel 2018. Sempre nel 2018 – ha proseguito Pietro Mezzi – siamo riusciti a ottenere un finanziamento europeo, il Life Metro Adapt, del valore di 1 milione e 200 mila euro, che prevede anche alcuni interventi dimostrativi. I risultati di queste attività – ha concluso – verranno riversati nel lavoro di redazione del Piano Territoriale Metropolitano, che si farà carico dell’emergenza climatica, dettando ai 134 comuni della città metropolitana norme per adattare le città e i territori».