ATM – Il bentornato è una nuova stangata per i pendolari: dall’1 settembre sale il prezzo dei biglietti extraurbani

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Per i pendolari della tratta extraurbana di  Milano quello di quest’anno non è stato di certo un bentornato! Ad accoglierli, infatti, ieri 1 settembre c’è stato l’aumento (l’ennesimo) delle tariffe dei biglietti interurbani cumulativi dell’Atm. Come accade da anni, a rimetterci è chi abita in provincia o in periferia, mentre nella tratta urbana i prezzi sono rimasti invariati: 1 euro per una corsa. Chi abita fuori, invece, dovrà pagare 5 centesimi in più a corsa. Per fare qualche esempio, nella nostra zona, ovvero chi prende la metropolitana sulla linea 2 (verde), dovrà pagare: da Gessate a Gorgonzola 2,50 euro a corsa (invece di 2,45), da Bussero a Cernusco sul Naviglio 2,10 euro (anziché 2,05), mentre partendo da Cologno si pagherà 1,60 anziché 1,55 euro. Gli aumenti non hanno risparmiato nemmeno gli studenti: anche I prezzi degli abbonamenti, infatti, sono saliti. E pensare che sono almeno dieci anni che si discute, senza risultato, della possibilità di istituire un biglietto unico, ipotesi che sicuramente avrebbe l’effetto di incentivare il trasporto pubblico… e invece….

Intanto, dopo l’annuncio degli aumenti, i sindaci dell´hinterland hanno già annunciato una “mobilitazione”: lunedì prossimo alcuni di loro si riuniranno a Sesto San Giovanni per definire le forme della protesta contro una decisione giudicata «intollerabile e contraddittoria». All´assemblea hanno già annunciato il loro intervento i primi cittadini di Sesto, Cinisello, Cologno, Bresso, Cusano, Cormano, Paderno e Monza, mentre altri dieci dell´hinterland sono stati invitati.

Dall’altra parte, anche le associazioni in tutetale dei consumatori stanno facendo sentire la loro voce: “I rincari di Atm incideranno sui portafogli dei pendolari – ha commentato Massimo Ferrari, presidente di Assoutenti-Utp (utenti trasporto pubblico) – Ormai è proprio nell´hinterland che risiede la maggior parte dei milanesi.               L´aumento delle tariffe pubbliche è comprensibile solo in una logica ragionieristica, quella di dover far tornare i conti. Ma è sbagliata politicamente, perché non favorisce i mezzi pubblici».