Aiutare i ragazzi a comprendere fatti storici lontani nel tempo, ma importanti per costruire il loro futuro. È l’obiettivo del progetto “Storia e Memoria” del CAG Labirinto di Cernusco, che permette ai giovani di capire il dramma della Shoah attraverso una ricostruzione storica di cui sono protagonisti gli stessi ragazzi.
LA PAROLA AI PROTAGONISTI
Quest’anno la drammatizzazione ha coinvolto le classi terze dell’Istituto Montalcini. Ecco come hanno vissuto l’esperienza gli studenti che hanno partecipato.
«Il 28 gennaio noi ragazzi dell’IC Montalcini siamo diventati dei Deportati diretti verso il Campo di Concentramento di Mauthausen– hanno spiegato alcuni alunni – Abbiamo provato quello che hanno dovuto sopportare coloro che erano considerati “diversi”, gli Ebrei. Coloro che erano considerati degli oggetti “stuken”, e che una volta rotti e non più utilizzabili venivano “buttati”».
«Una volta entrati ci hanno diviso in baracche e ci hanno assegnato un numero al posto del nome. Io ero il numero 1375 – ha raccontato Federico Fichera – Intanto le SS ci prendevano e ci facevano fare “giochi” come saltare a rana e chi cadeva per primo veniva ucciso; qualcun altro veniva portato al muro per essere “fucilato”e poi alla fine della simulazione ci hanno raggruppati per andare in una stanza che era la “doccia”, nella quale sterminavano appunto gli Ebrei. Io penso sempre: come hanno fatto i tedeschi ad annientare più di sei milioni di ebrei senza motivo?»
Mentre i giovani studenti impersonavano i deportati, gli educatori del CAG rappresentavano i nazisti. «Ci hanno fatto camminare fino ad arrivare a una porta e ci hanno messo una stella sul petto. Sono riuscita a capire fino in fondo quanta paura avevano provato, quanto avevano dovuto lottare per restare in vita, quante sofferenze dovevano subire ogni giorno – ha detto Michela Angelin – Ancora non riesco a capire come un essere umano possa picchiare un altro uomo, fino a uccidere qualcuno senza provare vergogna verso sé stesso. Questa esperienza non riuscirò a dimenticarla facilmente, sono riuscita a capire come certe persone possano essere crudeli verso persone di nazionalità diversa – ha concluso Michela – Avevo già letto molti libri, ma vivere le stesse cose è stato impressionante e al tempo stesso educativo».
«Siete stati molto bravi, voi educatori del CAG, a farci entrare nei personaggi e a creare quell’atmosfera di ansia generale» è il ringraziamento agli organizzatori da parte di Beatrice Rosina.
«Non tutti si aspetterebbero di ricordare la giornata della memoria impersonando coloro che l’hanno vissuta di persona», ha commentato Giulia Maccalli.
«Questa esperienza é stata molto educativa secondo me, sia per non dimenticare sia per non farlo riaccadere – ha concluso Carolina Lorenzetti – Mi è piaciuta molto questa lezione perché non l’abbiamo vissuta tra i banchi di scuola.»