Un nuovo ordigno è stato ritrovato all’interno del cantiere dell’ex dogana a Segrate. Non è la prima volta che gli addetti ai lavori per la realizzazione della nuova area commerciale portano alla luce ordigni bellici della Seconda Guerra Mondiale. Già a giugno, in quel caso in zona Lavanderie, era stata trovata una bomba inesplosa di circa 50cm che era stata poi fatta brillare dagli artificieri (LEGGI QUI).
Come in quel caso, le operazioni di messa in sicurezza della zona e di disinnesco saranno gestite dagli artificieri del 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona, specializzati in questo tipo di operazioni. Nessuna evacuazione è prevista poiché l’area interdetta è tutta interna al cantiere.
Ma perché a Segrate c’è così tanta abbondanza di ordigni bellici? Perché Segrate era più presa di mira rispetto agli altri paesi?
La risposta è presto detta e riguarda la vocazione strettamente industriale della zona. Quando nel 1940 l’Italia dichiarò guerra a Francia e Gran Bretagna, la zona dell’est milanese era già di vitale importanza per Milano. Oltre all’aeroporto Forlanini, che veniva usato come base militare, anche tutte le aziende metalmeccaniche della zona divennero obbiettivi sensibili perché potevano rifornire di velivoli, automobili e armi l’esercito italiano. Già dal 1940 dunque, oltre all’aeroporto, furono vittime di bombardamenti da parte del Bomber Command della Royal Air Force britannica: gli stabilimenti Innocenti di Lambrate, gli stabilimenti Caproni e il rispettivo campo volo di Taliedo (corrispondente oggi alle zone di via Mecenate e via Fantoli) e lo scalo ferroviario di Lambrate (già ai tempi nodo cruciale per il nord Italia).
I bombardamenti si intensificarono dopo l’armistizio e l’occupazione tedesca della zona. L’ultima bomba su Milano cadde il 13 aprile 1945, pochi giorni dopo le truppe americane entrarono in città.