La notizia che la Martesana fosse pronta ad accogliere alcuni rifugiati e richiedenti asilo, da noi pubblicata nei giorni scorsi LEGGI QUI, ha scatenato un botta e risposta nell’opinione pubblica di tutti i comuni firmatari dell’accordo.
Oltre alla discussione nata sui social però anche a livello politico sono arrivate, nei giorni a seguire, dichiarazioni e chiarimenti sulla faccenda.
Il Comune di Cernusco, comune capofila del progetto di accoglienza, tramite le parole del vicesindaco Daniele Restelli ha voluto precisare modi e tempistiche del progetto attraverso un comunicato: “Se il coordinamento dei comuni della Martesana con capofila Cernusco sul Naviglio dovesse aggiudicarsi i finanziamenti dallo SPRAR – si legge nel comunicato – questi ultimi saranno utilizzati non solo per l’ospitalità dei rifugiati, ma anche per lo sviluppo di un percorso che prevederà interventi personalizzati per l’integrazione, corsi di alfabetizzazione e scolarizzazione, formazione professionale, tirocini lavorativi“. Cernusco inoltre non è nuova a progetti di accoglienza “diffusa” visto che, anche nel 2015, aveva avviato percorsi di accoglienza in sinergia con le associazioni del territorio. Questa volta invece si è deciso di affidarsi allo SPRAR: “L’iter che abbiamo avviato oggi – spiega Restelli – e che ancora non è detto possa essere portato a termine visto che sarà il Ministero a dover decidere se assegnare i finanziamenti o meno, è di altra natura e permette di ottenere più risorse da destinare ai progetti di integrazione, un maggiore controllo e la partecipazione attiva delle amministrazioni locali”.
Dura invece la reazione della Lega che, attraverso le parole del suo consigliere regionale Riccardo Pase, considera lo SPRAR un “oggetto di una gestione fallimentare a livello centrale“. La critica della Lega si concentra soprattutto su chi beneficerà dei finanziamenti: “Al programma di accoglienza degli Sprar – commenta Pase – hanno spesso avuto accesso anche persone che avevano fatto solo una semplice richiesta d’asilo, andando quindi in controtendenza rispetto alla logica iniziale che prevedeva che i posti venissero riservati solo a chi era già titolare di protezione internazionale. Oggi con il nuovo Governo e con il Ministro dell’Interno Salvini faremo in modo che tutte le procedure vengano chiarite, escludendo persone che non ne hanno diritto“.