Il 10 maggio scorso la scuola Leonardo ha presentato (in tre repliche all’Auditorium Civico) lo spettacolo teatrale dal titolo “Non è una scala di cristallo“, che affronta la tematica del mondo degli anziani in maniera seria e divertente riuscendo a coinvolgere molto gli spettatori presenti. Lo spettacolo ha commosso il pubblico e ha riscosso molti consensi.
Vi proponiamo di seguito la recensione che una professoressa ha scritto dello spettacolo e che ci teniamo a farvi leggere, ricordandovi che ci sarà l’occasione di assistere nuovamente allo spettacolo sempre in Auditorium, situato in via S. Giovanni Bosco, il giorno 26 maggio alle ore 15.00.
LA RECENSIONE
Che cosa pensano gli adolescenti degli anziani? Che idee hanno, che pregiudizi magari, che stati d’animo provano confrontandosi con le persone della terza età? Ci sono, di questi tempi, legami significativi che stringono i giovani e gli anziani, anche al di fuori dei contesti familiari?
Le autrici e anche registe dello spettacolo “Non è una scala di cristallo”, titolo che cita la bellissima poesia di Langston Hughes, le professoresse Annamaria Belvedere e Liliana Airoldi, si sono poste queste domande quando è nata loro, nel primo autunno, l’idea dello spettacolo. E certo, proporlo al gruppo di 16 alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado Leonardo da Vinci dell’Istituto de Pisis non è stata una scelta facile. Spesso i ragazzi che fanno teatro a scuola preferiscono lavorare su argomenti leggeri, magari divertenti, comunque che li riguardano da vicino; oppure sono chiamati, spesso faticosamente, a confrontarsi con i testi classici della storia del teatro. Come far accettare a un gruppo di quattordicenni di mettersi in gioco per raccontare il mondo dei vecchi? Le professoresse Airoldi e Belvedere ci sono riuscite e il risultato è uno spettacolo davvero, avvincente, ironico, a tratti profondamente commuovente.
La struttura drammaturgica si basa sull’idea di una radio di e per gli anziani “Old in onda”, dentro la quale si alternano rubriche e gag, dall’intrattenimento musicale alle trasmissioni di servizio come “Fa’ balà l’öc”, consigli, sempre sul filo del tragicomico, dedicati alla prevenzione delle truffe di cui gli anziani sono spesso oggetto.
Il quadro che ne esce è un insieme di stereotipi rappresentati in maniera arguta e divertente ma mai grossolanamente macchiettistica, dalle file di anziani già dall’alba davanti agli ambulatori medici, alla contesa a chi è più sordo fra marito e moglie, ai commenti davanti ai cantieri su come andrebbero realizzati i lavori, alle difficoltà del rinnovo della patente in tarda età. A fare da contrappunto, riportando i toni alla realtà, le scene più vere e commuoventi del rapporto fra i nonni e i loro figli e nipoti, e i temi della malattia e della solitudine, quest’ultima potentemente rappresentata nella scena centrale degli anziani al parco sulla musica de “I vecchi” di Claudio Baglioni, vero pezzo di bravura dei ragazzi e delle loro insegnanti: una scena di movimenti silenziosi, desolati, lentissimi, tremolanti, davvero toccante. Sullo sfondo delle vecchie scale di legno, dove gli attori appoggiano man mano gli oggetti rappresentativi della vita degli anziani che interpretano… scale di legno, e non di cristallo, perché l’esistenza in definitiva non è una preziosa e facile ascesa verso l’infinito, ma un percorso ruvido, pieno di nodi e inciampi, eppure denso di esperienze e di incontri, che si ‘appendono’ alla nostra vita rendendola unica e degna di essere raccontata e rispettata. Ecco dunque il senso più profondo dello spettacolo, il rispetto: i ragazzi trovano la voglia di considerare la vita degli anziani come meritevole della loro attenzione, non con indifferenza o distrazione o insofferenza come spesso accade.