Rubrica letture: un marzo con protagonisti e personaggi al femminile

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Mary Wollstonecraft (1759-1797) è stata una scrittrice e filosofa britannica considerata la fondatrice del femminismo liberale. Ebbe un’istruzione attraverso studi personali e si rese indipendente con il proprio lavoro. E’ nota soprattutto per il suo libro “A vindication of the Rights of Woman” nel quale sostenne che le donne non sono inferiori per natura agli uomini, anche se la diversa educazione a loro riservata le pone in una condizione di inferiorità e subordinazione.

“Mary” (Elliott 2017) è la protagonista del suo libro, una ragazza poco considerata dalla madre, che cresce autodidatta e che, costretta ad un matrimonio combinato, negli anni della maturità si innamora di un altro. E’ un vero romanzo di formazione, commovente e intrigante che rivendica la genialità delle donne, il loro rapporto con le lettere, la loro libertà erotica, la loro forza di liberarsi dagli obblighi del patriarcato e del matrimonio.

Una storia travolgente che racconta del dramma dell’immigrazione raccontata da chi l’ha conosciuta e vissuta da vicino. Il libro “Calais Mon Amour” di Bèatrice Huret con Catherine Siguret (Rizzoli 2017) narra la storia vera di Bèatrice, assistente sociale che vive alla periferia di Calais con la madre e il figlio, quando incontra a maggio 2016 Moktar, iraniano, professore universitario in fuga. E’ lo straordinario intreccio di due persone diverse: una donna che per amore si libera dei pregiudizi, smuove montagne e ingaggia una dignitosa battaglia sul filo della legalità e l’uomo che, con l’esempio del coraggio, le insegna la forza che serve per vivere. Una testimonianza commovente e un inno alla tolleranza.

Un romanzo trasparente sullo scorrere dei giorni e degli anni e sulla routine delle nostre esistenze e del nostro stare al mondo quotidiano” così definisce il suo romanzo “Bacino 13” (Guanda 2018) lo scrittore inglese Jon Mc Gregor (1976). Una ragazzina tredicenne, Rebecca Shaw, scompare misteriosamente da una località della campagna inglese dove sta trascorrendo le vacanze di fine anno. Un evento traumatico per tutti. Eppure la vita lentamente riprende assorbendo il dramma nel falso movimento delle stagioni che si susseguono, nei giorni e nelle notti, nei ritmi della natura. Nei tredici anni successivi il vuoto piano piano si riempie, quasi si direbbe, per il solo effetto del tempo, grande protagonista di questo romanzo. E la commedia umana diventa un lungo fiume tranquillo in cui gli imprevisti, il male, il mistero sono una increspatura sull’acqua.

Infine un libro delizioso e leggero “E poi, Paulette…”(Einaudi 2012) della scrittrice e sceneggiatrice francese di origini americane Barbara Constantine (1955) che ci regala uno spaccato di umanità vera, di lacrime e sorrisi, e ci svela come ‘farsi gli affari degli altri’, in certe occasioni, può essere davvero una idea grandiosa. Ferdinand è vedovo da sei anni e da due anni anche il figlio e la nuora con i nipoti si sono trasferiti. Vive solo in  una grande fattoria fino a quando, causa un nubifragio che le rovina il tetto di casa, ospita la sua vicina. Inizia così un nuovo percorso costellato di tante vite e tanti racconti. Un piccolo mondo in cui regnano sì la solidarietà e l’ottimismo ma in cui si litiga, si soffre, si divorzia, si sbaglia, si muore…’perché la vecchiaia porta con sé una sguaiata libertà’.

 

Augusta Brambilla