Giallo a Bussero sulla sparizione dei Totem.
Chi ha un po’ di memoria, sicuramente se li ricorderà i cosiddetti Totem, quelle bacheche in acciaio corten installate nelle piazze e vie di Bussero nel 2010 dall’amministrazione Colombo. Riposti in seguito nel magazzino comunale, oggi che tale spazio non esiste più, ci si chiede: che fine hanno fatto i Totem?
I TOTEM
Erano 25 in tutto e popolavano piazze e vie del paese proponendosi come strumenti per incentivare la comunicazione tra Comune e cittadini e per dare visibilità alle varie iniziative busseresi. Ad essi si accompagnavano una serie di tavoli e panchine realizzati nello stesso materiale e posizionati in punti strategici del paese per favorire la socializzazione tra i cittadini.
Una bella iniziativa? Forse sulla carta. Perché nella realtà dei fatti quei totem non sono mai stati concretamente utilizzati, né tanto meno completati nella loro installazione. Sarebbero dovuti essere fissati al suolo e collegati all’impianto elettrico perché le bacheche fossero illuminate, ma nulla di tutto questo è stato fatto. E non solo: la loro finalità comunicativa era ostacolata dall’impossibilità di affiggere manifesti sul corten.
LA RIMOZIONE
Caduta l’amministrazione Colombo e subentrata la giunta Rusnati nel 2012, i totem busseresi nel giro di poco tempo sono stati rimossi dalle strade del paese e depositati nel magazzino comunale di via Volta, suscitando dibattiti tra i cittadini su quale fosse il giusto utilizzo di questi oggetti o a proposito di quanta poca utilità essi avessero. Il tutto mentre sulla pagina Facebook “O mio bel Totem”, creata con ironia nel 2010 da un cittadino busserese, il totem stesso prendeva voce chiedendo pietà per l’ingiusta collocazione nel magazzino.
DOVE SONO FINITI?
A qualche anno di distanza il tema torna attuale. Infatti a seguito dello smantellamento del vecchio spazio comunale di via Volta sulla cui superficie sorgeranno le nuove palazzine a edilizia convenzionata, la consigliera Angela Costa, capogruppo della lista Probus chiede in Consiglio Comunale: “Che fine hanno fatto i totem?”
“Erano oggetti di arredo urbano, zone ricreative di utilità pubblica” – continua. “E il materiale utilizzato, il corten, non era stato scelto a caso in quanto legato ad una storica azienda busserese che lo produceva. Quei totem, quelle panchine e quei tavoli sono costati più di 20.000 euro!“
A rispondere alla consigliera d’opposizione è il vicesindaco Massimo Vadori: “Questi oggetti sono stati alienati perché nessuno ha trovato in essi un’utilità per Bussero”.
“Una risorsa sprecata” – commenta Vadori sottolineando quanto questi oggetti siano costati alla comunità.
I TENTATIVI DI RECUPERO DELLA GIUNTA RUSNATI
Negli anni l’amministrazione Rusnati ha sollecitato i cittadini per trovare idee su come riutilizzare le bacheche in corten. Vadori aveva lanciato un appello alla cittadinanza sul giornale comunale “Il dibattito busserese” per il riutilizzo di totem, panchine e tavoli senza riscontrare interesse. Una sola richiesta pervenuta: quella della società calcistica per l’edicola rossa nel parcheggio in prossimità del campo di calcio.
Per il resto nessuna risposta.
“Non c’era progettualità né finalità” – commenta Vadori l’insuccesso di questa iniziativa di comunicazione mossa dalla vecchia giunta.
E spiega alla consigliera Costa che nel momento in cui il magazzino comunale stava per essere demolito è stato chiesto più volte ai cittadini se qualcuno fosse interessato agli arredi in corten.
“Nel magazzino comunale c’erano beni di vario tipo abbandonati: sedie, scenografie teatrali…” – afferma. “Abbiamo invitato i proprietari e rimuovere i propri beni e abbiamo chiesto se qualcuno fosse interessato a rilevare i beni abbandonati. Neanche in questo caso c’è stata una risposta. Solo un cittadino ha preso le panchine pagandole 100 euro. Il resto, come il resto degli oggetti non ritirati, è stato fatto smantellare“.
CORTEN, RUGGINE ALLO STATO PURO
Ribatte la capofila di Probus: “C’erano degli utilizzi possibili per quegli oggetti!”
“Vedo in questa sala almeno 10 persone che hanno cercato invano di attaccare manifesti su quelle bacheche. Il corten è ruggine allo stato puro e nulla vi si affiggeva. Se qualche genio sapeva come fare avrebbe potuto spiegarlo a tutti i cittadini!” – risponde Vadori.
E conclude: “I totem sono stati un costo per la cittadinanza. E anche rimuoverli è stato un costo. Ma cosa avremmo dovuto fare? Costruire un altro spazio per stoccare i totem in attesa che a qualcuno venisse un’idea? Non l’abbiamo fatto”.
IL COMMIATO DEL TOTEM
E mentre il giallo busserese sulla sparizione dei totem si conclude, il totem saluta sulla sua pagina Facebook: “Me ne sono andato in silenzio, senza essere ricordato. Buttato come un rifiuto dopo esser stato abbandonato per anni sotto un tetto pieno di amianto. Ho voluto bene a tutti i volantini che ho ospitato e a tutti i cani che mi han pisciato addosso”.
O mio bel totem, bon voyage.