CASSINA DE’ PECCHI
IL COMUNE E’ AMMIANTO FREE. IMPORTANTI RISULTATI RAGGIUNTI NELLA LOTTA ALL’AMIANTO

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Sono 30 milioni di metri quadri le superfici in Italia contenenti amianto, di questi 3 milioni in Lombardia. Una questione, quella della bonifica degli edifici che riguarda da vicino tutti i paesi, compresi quelli della Martesana. Dal 1992, con la legge 257, la lavorazione, l’utilizzo ed il commercio di amianto sono stati dichiarati illegali in quanto l’utilizzo di tale materiale risulta essere, negli anni, nocivo per la salute. “Il mesioteroma è uno dei tumore causati dal contatto, diretto o meno, con l’amianto  – ci spiega Edoardo Bai del comitato scientifico Lega Ambienteun tumore che si verifica solo dopo quarant’anni, nel 1976 l’Italia ne ha utilizzato un gran quantitativo e per questo negli ultimi due anni i casi di mesioteroma sono aumentati”.

Un problema che riguarda sicuramente anche i comuni della martesana e che pone le amministrazioni di fronte a diverse e complesse soluzioni. Lo scorso giovedì 23 novembre l’amministrazione di Cassina de’ Pecchi attraverso il sindaco Massimo Mandelli e l’assessore Tommaso Chiarella, ha reso noti i dati e il percorso che ha portato il Comune ad essere finalmente “amianto free”. Ad oggi, infatti,  ben il 95% degli edifici pubblici, sono stati bonificati e all’appello mancano solo l’ex casetta dei vigili ed il tetto della palestra scolastica. Un situazione risolta con tempo, pazienza e perseveranza e che ha visto i soggetti coinvolti lavorare già dal  2007 con l’ARPA che realizzò una prima mappatura parziale delle coperture aggiornata poi nel 2012 con il 27,3% delle rimozioni effettuate. Nell’Aprile scorso il Comune di Cassina, ha avviato una nuova mappatura e   da queste nuove immagini risultavano essere 7606 mq i territori contenete ancora amianto, quasi 3,96 mq per abitante. Dati questi, inviati prontamente al ATS, Agenzia Tutela Salute, che classificato gli edifici affidando ad esse diversi parametri a seconda del livello di conservazione e pericolosità per la salute delle strutture rilevando con grado pessime il  bocciodromo, bonificato nel 2017, e la  palestra di S. Agatata resa agibile nel 2016.

Resta a questo punto però da eliminare l’amianto negli edifici privati e per incentivare il più possibile la pratica, ìl Comune ha deciso di attivare una serie di agevolazioni tra cui una convenzione con due ditte per la rimozione e la previsione, nel bilancio, di una somma per compartecipazione alle spese di rimozione. Inoltre l’idea dell’Amministrazione è quella di poter aprire uno “sportello amianto” per erogare servizi gratuiti e garantire ai cittadini assistenza per poter risolvere il problema. Una linea, presa quella dal Comune di Cassina, che vuole andare il più possibile incontro alla cittadinanza e che anticipa di fatto  la Regione, che proprio in questi giorni  ha comunicato ai comuni la necessità di sanzionare tutti coloro che non denuncino la presenza di amianto nelle proprie abitazioni. “L’idea come Amministrazione è quella di conoscere prima il problema che abbiamo di fronte e cercare di intervenire per risolverlo insieme. Non vogliamo metterci dalla parte di chi sanziona subito – dichiara il sindaco Massimo Mandellivogliamo prima verificare se le autodenunce sono state effettuate, dare loro il tempo per poterlo fare e qualora non risultassero, partire con le sanzioni, perché con la salute non si scherza”.

Una volta eliminato l’amianto rimane comunque il problema dello smaltimento che può avvenire attraverso le discariche, il trattamento termico o, come fanno in Francia, vetrificando il materiale ma in questo caso i costi risulterebbero di gran lunga essere molto più elevati. Ad oggi la maggior parte dell’amianto eliminato in Italia per essere smaltito viene inviato in Germania, in quanto nel nostro paese le discariche adibite a tale scopo sono un numero limitato, basti pensare che per la Lombardia sono attive solamente due discariche, una a Brescia ed una a Treviglio.

Insomma un problema quello dell’amianto, tanto pericoloso, quanto difficile da trattare in ogni suo aspetto che le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di affrontare e risolvere nell’interesse della salute dei cittadini e il merito al Comune di Cassina di essersi attivato e non aver fatto finta di nulla, una pratica purtroppo non affatto scontata in molti comuni lombardi e sul territorio nazionale