PREPARAZIONE ATLETICA
CONSIGLI PRECISI PER IL NUOTATORE, SOGNANDO PHELPS E LA HOSSZU’

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Guardando le recenti Olimpiadi ci è capitato di vedere mostri sacri del nuoto in vasca, come Michael Phelps (5 ori e un argento a Rio)  e Katinka Hosszù (3 ori e 1 argento a Rio), ormai entrati nella leggenda, capaci di trovarsi a proprio agio nell’ acqua più che sulla terra ferma, ma in realtà sappiamo che l’uomo è un animale terrestre e deve completamente adattarsi alla locomozione all’interno di un fluido denso come l’acqua, trovandosi costretto a ridefinire tutte le proprie senso-percezioni.

E’ per questo che dopo quel mese o più di stop estivo prima della nuova stagione natatoria, quando si rientra in acqua si ha la sensazione di girare a vuoto. La preparazione atletica iniziale perciò è bene che comprenda una parte a secco (come si usa in gergo, cioè fuori dall’acqua) e una parte in vasca.

Questa volta i consigli arrivano da Andrea Vito Lionesi, allenatore di nuoto II livello, Coordinatore di una Scuola Nuoto federale, e  Responsabile Tecnico del settore agonistico e del gruppo Master in Enjoy Sport. Da lui, che ha alle spalle studi scientifici e anni di agonismo, arrivano consigli pratici nati da metodologie che si adattano sia ad atleti agonisti di 14-18 anni, che a giovani master che da poco sono passati al nuoto amatoriale. Detto questo, nessuno meglio dell’allenatore sa cosa ci vuole per il proprio atleta.

COSA CONSIGLIA CONCRETAMENTE L’ESPERTO
Nell’atto pratico, prendiamo ad esame tre settimane di settembre dalla seconda alla quarta del mese, abbiamo a disposizione 18 giorni (escluse le domeniche), in cui l’impegno e dunque lo sforzo richiesto dovrà essere crescente in durata ed intensità, infatti i giorni di allenamento aumenteranno passando da tre la prima settimana (2 secco e 1 acqua) , quattro la seconda (2 secco 2 acqua) , cinque la terza (3 acqua 2 secco), vediamo come la parte a secco perda di importanza con il passare delle settimane, mentre ne acquisti la parte in vasca.

E’ bene ricordare che non tutti i nuotatori sono abituati a sforzi prolungati e intensi fuori dall’acqua, quindi attenzione a non spingere troppo soprattutto con i ragazzi più giovani, onde evitare infortuni. Come lavori nella preparazione a secco, la corsa prolungata a ritmo medio basso, andando ad aumentare la durata con il passare dei giorni, aiuta nel recupero ponderale e nella ripresa aerobica generale; mentre la corsa breve a scatti intensi stimola la rapidità e reazione. E’ bene proporre anche cambi di ritmo. Attraverso diversi tipi di andature si vanno a stimolare le diverse catene sinergiche muscolari e con esercizi a corpo libero si inizia a lavorare leggermente sulla forza, importante è l’insegnamento delle giuste tecniche di esercizio. Andare a lavorare subito sulla mobilità articolare.

In vasca il volume andrà dai 2 ai 4 chilometri di lavoro aerobico blando, esercitazioni sul recupero della sensibilità e a gambe, per poi nella terza settimana passare anche ad esercizi tecnico-coordinativi, magari dotando i nuotatori di una scheda personale dove vengono riportati gli esercizi più adatti ad ognuno. Si osservano quindi alcuni vantaggi in entrambe le preparazioni

A secco: socializzazione, recupero ponderale, riattivazione generale meccanismi energetici, lavoro mobilità, recupero forza.
In acqua: periodo non condizionato da gare, recupero senso-percezione, attenzione ai particolari di nuotata.

Secondo la mia esperienza, sono da evidenziare come importanza i momenti di aggregazione per consolidare il gruppo, dove coniugare divertimento e lavoro, facili esempi possono essere una partita di pallanuoto, una giornata dedicata agli sport di squadra , o ancora meglio una bella gita in un parco acquatico, per far partire i ragazzi carichi di energie positive da usare poi lungo tutta la stagione.

Rubrica a cura di:
Enjoy Sport
(articolo redatto da Andrea Vito Lionesi)