Il motto traduce in italiano il celebre slogan pacifista “Not In My Name”, usato più volte in tutto il mondo dalla gente comune per dissociarsi da scelte prese dall’alto dei tavoli istituzionali. Lo usarono gli americani che non volevano la guerra di Bush in Afghanistan, lo usarono anche in Europa i movimenti pacifisti per distaccarsi dalla scelta dei loro governi di appoggiare quella stessa guerra, e più di recente sono state le comunità musulmane ad utilizzarlo in molteplici manifestazioni per esprimere netta distanza tra loro e lo Stato Islamico, atroce esempio di violenza truculenta.
Nel suo piccolo a Cologno, è il gruppo consiliare di minoranza Cologno Solidale e Democratica a rilanciare lo slogan, con tanto di hashtag davanti: #noninmionome, e lo fa per dissociarsi dalla presa di posizione del sindaco Angelo Rocchi relativamente all’accoglienza ai profughi, sui quali il neo sindaco di Città Metropolitana di Milano, Beppe Sala, ha chiesto sostegno da parte degli enti, raccogliendo un secco no proprio da Cologno.
Il Consiglio Comunale di martedì 26 luglio si è quindi aperto con i tazebao di alcuni cittadini contrari a questa scelta, e con uno uno striscione appeso al muro della sala consiliare: #noninmionome, recitava. “Non vogliamo che questa scelta sia portata avanti a nome di tutti i colognesi -ha spiegato Loredana Verzino, capogruppo CSD, dal banco dell’opposizione- Il rifiuto dei migranti è un rifiuto che noi e questa città, storicamente nata con le migrazioni, non siamo abituati a vivere e ad accettare”.
Dalle file del pubblico si è alzato qualche isolato “vergogna“, ma nessuna forma di disturbo plateale. Semplicemente una protesta visivamente importante, che ha però consentito lo svolgimento dei lavori senza nessun intoppo. Durante l’intervento della capogruppo Verzino, i consiglieri della Lega Nord hanno lasciato l’aula, cosa che non è sfuggita ad Alessandro Del Corno, PD, che ha subito dato man forte alla collega: “Io pur essendo contrario alle posizioni del sindaco, sostenute anche dal consigliere Corradini, sono rimasto qui seduto ad ascoltarlo. E’ irrispettoso delle istituzioni che altri se ne vadano senza nemmeno ascoltare, soprattutto se si tratta di persone che nemmeno sono di Cologno”.
Il primo cittadino ha preso atto della protesta messa in atto e delle incalzanti domande della consigliera Verzino, che ha a più riprese chiesto una posizione specifica del sindaco: “Voglio che lei riferisca all’aula il perché di questa scelta -ha ribadito la capogruppo di CSD- il Papa stesso ci chiama ad ascoltare e sostenere chi è in fuga dalla guerra, soprattutto in un momento dove l’emergenza che viviamo è epocale. Non serve l’accoglienza buonista ma nemmeno il pregiudizio, servono patti chiari, politiche di socialità, e regole condivise. Basta raccontare sempre le vicende negative di cui queste persone sono protagoniste, e parliamo invece degli aspetti positivi che ogni giorno portano uomini e donne nelle nostre vite, nelle nostre vite, a lavorare per noi e le nostre famiglie”.
Parallela alla protesta è stata redatta una lettera aperta che ha già raccolto 50 firme tra singoli cittadini che chiedono al primo cittadino di rivedere la sua posizione e sostenere l’accoglienza “non solo gesto di solidarietà e di carità cristiana, ma anche un atto di responsabilità e persino di opportunità politica” si legge nel documento, che sottolinea l’importante crescita culturale che vive una città se può beneficiare di un’integrazione tra culture diverse che si arricchiscono.
I redattori della lettera, non hanno mancato di sottolineare la storia di Cologno, caratterizzata da massicce ondate di migrazioni che l’hanno resa ciò che è oggi: “Avere a cuore i colognesi significa rispettarne la storia, la storia di una comunità che, in nome della generosità ha saputo vincere in passato le seppur comprensibili preoccupazioni e remore legate all’ingresso di un massiccio numero di persone, accogliendone decine, migliaia, che si sono viste costrette alla povertà, alla mancanza di lavoro, e hanno lasciato malvolentieri la loro terra in meridione”. Dal primo cittadino non è arrivata una risposta aperta in consiglio comunale, ma Rocchi ha dichiarato che darà risposta in sede opportuna e con le opportune modalità, dato che l’intervento della consigliera Loredana Verzino non era stato precedentemente concordato.