Sinistra Colognese
, ANPI, Cologno Solidale e Democratica e Italia Cuba sono le realtà politiche e associative che hanno già aderito al neonato Comitato per il NO sorto in previsione del prossimo referendum costituzionale. Diverse sono i soggetti che stanno valutando la loro adesione, mentre alcuni liberi cittadini hanno già espresso la loro partecipazione, tutti però con una precisa visione: non confondere l’intento e le premesse da cui sorge questo Comitato, con il percorso che altri comitati sulla stessa posizione potrebbero portare avanti nel corso dei mesi.
Il riferimento per nulla velato è al centro destra, che anche a livello nazionale è schierato con i contrari: “Non dobbiamo essere confusi con la battaglia anti governo che il centro destra sta perseguendo con la scusa del voto contrario al referendum. Il senso di questo nostro comitato non è quello di dare battaglia al Presidente del Consiglio, e avremmo tenuto questa ferma posizione indipendente dallo schieramento di governo”. A parlare è Severina Gangere di ANPI Cologno, cui ha fatto subito eco Luigi Greco di Sinistra Colognese, promotore del comitato: “Le battaglie politiche si combattono in altre sedi, non in questo comitato, che ha come unico scopo quello di essere strumento fondamentale per difendere l’equilibrio democratico del paese, messo a rischio da una proposta di riforma alla Costituzione che ne stravolge lo spirito iniziale, proponendo una visione di uomo solo al comando”.
Condensare le ragioni del no diventa complesso, e il Comitato si propone di organizzare da qui in avanti una serie di incontri cadenzati, che siano confronto e approfondimento con la cittadinanza grazie al sostegno di personaggi autorevoli, tra cui potrebbero esserci anche i nomi dei principali sostenitori del NO al referendum come l’avvocato e politico Felice Besostri o il giurista e giudice costituzionale Gustavo Zagrebelsky.
“Questa riforma è frutto di un parlamento eletto con il Porcellum, legge dichiarata incostituzionale per alcuni tratti poi ricalcati senza cura anche nella nuova legge Italicum, altra cosa sulla quale ci esprimiamo negativamente come comitato -ha spiegato Adriana D’Arrigo, cittadina impegnata nell’associazionismo e a livello politico- Viene calata e imposta dall’alto una riforma, e questo è un vuoto di democrazia importante, e lo si fa in nome del risparmio e della stabilità, ma nei primi 12 fondamentali articoli della Costituzione la parola stabilità non compare, compaiono termini come democrazia, pace, diritti, cose che paiono essere accantonate in nome della stabilità, ma che credo abbiano ancora forti significati per una larga fetta della nostra popolazione di una certa età”. Sul concetto di stabilità è intervenuto anche Greco, chiarendo: “Il succedersi continuo di governi dal “48 ad oggi, è un dato evidente ma non certo dipeso da una sistema che porta all’instabilità -ha spiegato- Tutto è dipeso dalle correnti interne ai partiti, dai dissidi interni che hanno concorso a questa situazione”.
Il rafforzamento del potere centrale a discapito delle autonomie, l’illegittimità di base della riforma nata da un parlamento eletto con il Porcellum, l’imposizione del Governo nella stesura della proposta, il premio di maggioranza previsto con la nuova legge Italicum (340 seggi su 630 alla lista che supera il 40%) e il sistema dei capilista bloccati (i capilista dei 100 collegi plurinominali sono nominati dalle segreterie di partito e non in base a preferenze degli elettori), sono solo alcuni dei punti chiave sui quali preme il Comitato per il No a livello nazionale, e ovviamente quello appena sorto a Cologno Monzese.
“Siamo all’inizio di una battaglia che durerà parecchio e dopo le amministrative prenderà il sopravvento -ha spiegato Mauro Cambiaghi di Cologno Solidale e Democratica– Questa riforma è imposta da una classe dirigente che mette le mani nel cuore del testo costituzionale, con 41 articoli di riforma che vanno ad incidere su 51 articoli del documento su un totale di 139. La portata delle modifiche è enorme, e no si dica che la nostra posizione è quella di gente che non vuole il cambiamento, che respinge l’evoluzione e il futuro, che è arroccata al passato e alle vecchie dinamiche. Così vogliono dipingerci perché fa comodo, ma i nostri timori sono fondati, il timore di un depotenziamento delle aree pubbliche di confronto, dove ogni cosa viene delegata al governo centrale a livello nazionale, con identici risvolti a livello locale. Confido però nella semplice parola Costituzione, per coinvolgere la gente nella riflessione, e nell’informazione”.
Il Comitato ha già iniziato, parallelamente alla battaglia per il NO, la sua raccolta firme per l’abrogazione della legge elettorale con un banchetto in area pedonale che si ripeterà nei prossimi weekend, e nel frattempo sta avviando il suo percorso informativo.