“Per noi è stato motivo di orgoglio e soddisfazione vendere la sua macchina alla Croce Bianca. Quell’auto era molto importante per lui e ne andava orgoglioso: l’ha accompagnato a tutte le sue visite e terapie, ci ha portati tutti e quattro alle ultime vacanze passate insieme. L’idea che ora possa servire ad aiutare altre persone bisognose nel suo ricordo è bellissima: sarà come se fosse lui, che tra l’altro è stato per qualche anno volontario proprio della Biacass, a guidarla”.
Ha commentato così Matteo Tacconi, la cerimonia di inaugurazione del veicolo che era un tempo di suo padre, e che la Croce Bianca di Cassina ha voluto acquistare a distanza di pochi mese dalla morte di Paolo Tacconi, un uomo che a Cassina era conosciutissimo, soprattutto nell’ambiente della parrocchia di Camporicco, luogo nel quale si è speso con passione sia nell’affiancare i bimbi aiutandoli con i compiti, sia nell’organizzare l’atteso torneo di calcio inserito nella festa patronale.
Tacconi, 66 anni, nel 2012 aveva ricevuto la notizia peggiore, quella che lo avrebbe portato a vivere gli ultimi anni della sua vita combattendo contro la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), malattia neurodegenerativa che nel suo decorso colpisce prima i muscoli volontari delle gambe e delle braccia, e intacca poi quelli involontari che consentono la respirazione o la semplice deglutizione. Sua moglie Loredana, e i figli Matteo e Fabio, gli sono stati accanto ogni giorno degli ultimi anni, che lo hanno visto attraversare la malattia come ha sempre attraversato la vita: con coraggio, dignità, passione, presenza. “Ha rifiutato molto coraggiosamente ogni tipo di cura invasiva, come la tracheotomia -ha spiegato ancora Matteo- anche quando la sua situazione diventava sempre più critica. Si è arreso il 28 agosto 2015 dopo l’ennesima crisi respiratoria”.
Ecco allora che la Messa celebrata lo scorso 17 gennaio, ha inaugurato il nuovo mezzo della Croce Bianca, radunando tra le file della Chiesa tutti i cassinesi che hanno conosciuto Paolo Tacconi, ex broker che era andato in pensione da tempo, avendo ancora più tempo per dedicarsi così alla sua famiglia, alle sue passioni, alla Corale 80, gruppo canoro di Vignate nel quale ha cantato come basso sino a che la malattia gli ha permesso di farlo. Gli amici cantori, che già durante il suo funerale gli avevano tributato un commosso omaggio, anche stavolta hanno animato la funzione religiosa, al termine della quale la moglie Loredana e i figli hanno tagliato il nastro inaugurale e visto partire per un nuovo viaggio quella macchina che tanto aveva seguito Paolo negli ultimi anni.
Paolo, che per un periodo era stato proprio dalla parte opposta, dalla parte di chi, con la Croce Bianca, accompagnava i malati dializzati ogni mattina in ospedale, e che poi si è trovato costretto dalla vita, a doversi fermare e vedere il suo corpo rallentare il passo, mentre la sua testa e i suoi pensieri restavano i soliti appassionati e affettuosi pensieri di una persona che lascerà un ricordo importante in paese, e tra chi lo ha amato come amico, “uomo e padre eccezionale, sempre sorridente e disponibile, esempio di coraggio e vitalità“, come lo ricordano i suoi cari.
“Un ringraziamento di cuore lo rivolgiamo agli amici della Corale 80 di Vignate per aver cantato con il cuore durante la messa, al Presidente Generale, a Don Massimo e a Don Michele per le belle parole -hanno scritto Loredana, Fabio e Matteo– Infine un grande abbraccio va anche a Don Silvio e a tutti quelli che ci sono stati vicini negli ultimi anni, gran parte dei quali erano presenti durante la messa”.
(Foto Piazza – Moretti)