Contenuto a scopo promozionale
In Italia l’occupazione femminile costituisce il 46.8%, un totale di dodici punti in meno rispetto alla media dell’Unione Europea, dalla quale si discosta anche per il valore del cosiddetto Gender Pay Gap, ovvero il divario retributivo tra uomini e donne, che nel nostro paese vede queste ultime guadagnare circa il 7,3% in meno rispetto ai colleghi maschi.
Ecco un modo diretto e senza giri di parole per discorrere di lavoro al femminile: le donne vengono assunte in quantità minore e pagate meno. Aggiungiamo: sono impiegate in lavori poco retribuiti, e sono sotto rappresentante ai piani alti delle dirigenze, per non dire che sono quasi assenti del tutto dai consigli di amministrazione dove non rappresentano nemmeno un quarto del totale. Per lo più quindi, sono lo zoccolo duro dei lavori d’ufficio, di cui rappresentano i 2/3. E’ da questa consapevolezza che parte la nostra piccola analisi legata alle donne lavoratrici del Nord Est Milano, condotta grazie ai dati forniti dallo studio report sul lavoro femminile realizzato da AFOL Milano Est.
Occupazione Femminile nel Nord Est Milano – 2014 –
Nel nostro territorio i dati relativi all’occupazione delle donne non hanno subito variazioni sostanziali negli ultimi cinque anni, se non durante gli anni centrali della crisi, tra il 2008 e il 2009, ma per il resto i valori hanno sempre marcato un trend costante. Nel 2014, dei 32.901 contratti effettivamente realizzati nel Nord Est, il 41.8% è andato a donne, per un totale di 13.741 posizioni di lavoro, e la stessa percentuale circa (41,4%), si registra anche nei casi di cessazione di rapporto lavorativo. Nonostante quest’ultimo dato, è interessante notare come le posizioni lavorative ricoperte dalle donne nel nostro territorio, abbiano una tenuta maggiore rispetto agli uomini, e nei momenti di crisi dove la percentuale d’impiegati maschi che escono dal mondo lavorativo è certamente alta (nel 2014 erano maschi i 2/3 della popolazione che perdeva il posto), la forza lavoro femminile riesce più facilmente a mantenere un’occupazione.
Questo è comprensibile se si ragiona sui tipi di mansioni svolte dalle donne, e sui tipi di contratti a loro proposti solitamente, per lo più a tempo determinato (solo il 15% ha un contratto a tempo indeterminato), part time (il 44.6% delle donne assunte) e lavoro domestico (5.2% delle donne per lo più straniere contro l’ 1.1% degli uomini). In sostanza le donne sono impiegate in lavori maggiormente flessibili, e per questo più rispondendoti alle esigenze delle imprese nei momenti di difficoltà. Una tendenza questa che rispecchia quella più generale del nostro paese, dove a fronte di una diminuzione dell’occupazione maschile, regge bene quella femminile. A conferma di questo dato, vi è la percentuale di uomini in mobilità a fine 2014 rispetto alle colleghe, 1620 contro 1089, le quali sono invece più numerose se si guarda il numero di dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro fatte pervenire ai centri per l’impiego.
Quali i principali lavori ?
Ma cosa faranno essenzialmente uomini e donne occupati nelle imprese, negli esercizi, nelle attività del Nord Est Milano ? Ecco un piccolo schemino che rintraccia le principali mansioni femminili e quelle maschili.
Nella sua indagine, AFOL differenzia quindi le attività cosiddette Female Dominated e quelle Male Dominated. “Nelle female dominated vanno ricomprese alcune professionalità intellettuali riguardanti le scienze della vita, la salute, l’istruzione, accanto a quasi tutti gli addetti alle attività commerciali ed ai servizi, alle attività non qualificate di tipo domestico, ricreativo e culturale. Benchè non si tratti di professioni assimilabili all’insieme di quelle female dominated, va, comunque, segnalata, ancora una volta, la particolare rilevanza delle donne in ambito amministrativo e impiegatizio” si legge nel documento che poi spiega: “Le mansioni male dominated, invece, sono riconducibili a tutti i ruoli dirigenziali, ad alcune funzioni specializzate e tecniche relative alla gestione ed alla supervisione dei processi produttivi ed industriali, alle attività di ingegneria, alle attività impiegatizie di tipo contabile ed alla quasi totalità dei profili operai”.
In ultimo, buttando uno sguardo sulle fasce di età, non desta particolare sorpresa vedere come la maggior parte dei lavoratori avviati nell’Est Milano nel 2014, appartenga alla fascia tra i 25 e i 29 anni, con 3.073 maschi e 2.449 femmine. Dati rilevanti che aggiunti a quelli dei trentenni, fanno della fascia di età inclusa tra i 25 e i 40enni, quella con un numero maggiore di avviati al lavoro. E’ minima la percentuale tra i giovanissimi (intorno al 0,6% per donne e uomini) e il distacco è più netto se si parla di over 55, dove gli uomini avviati al lavoro sono circa l’ 8,7% mentre le donne restano staccate di due punti.
Abbiamo qui delineato un breve e sicuramente non completamente esaustivo tratto della condizione delle lavoratrici donne in Martesana, che seppur meno occupate e meno retribuite, quel che ottengono come lavoro riescono a conservarlo anche in momento di maggior crisi, poiché si tratta soprattutto di mansioni che comportano grande flessibilità oraria e durata quasi sempre determinata. Sono per lo più lavoratrici giovani under 40, impiegate in uffici, in lavori di concetto, ma che raramente compaiono nei quadri dirigenziali e in posizioni di comando.
E voi ? Appartenente a questa categoria ? O siete l’eccezione che conferma la regola ?