Bulgaria, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia.
Sono questi gli stati che fanno compagnia all’Italia in quanto uniche nazioni all’interno dell’Unione Europea, a non riconoscere le unioni civili etero ed omosessuali, più formalmente dette “Unioni Registrate“, ovvero quelle che sanciscono un’unione anche al di fuori del matrimonio.
A questo proposito, l’UE fa una differenza rispetto alle “Unioni di Fatto”, che sarebbero invece quelle riferite a convivenze stabili e continuate, che nella maggior parte dei paesi europei non hanno ancora trovato una modalità esatta per essere comprovate, ma che in molti casi incontrano già delle leggi in materia.
Lo scorso martedì 21 luglio, i Giudici della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, hanno condannato l’Italia dopo il ricorso presentato da tre coppie omosessuali che si erano viste negare il riconoscimento della loro unione. Ad ognuno dei ricorrenti lo Stato dovrà versare 5.000 euro di risarcimento per violazione dei diritti umani, in particolare dell’ Articolo 8 della CEDU (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali) che impone il diritto al rispetto della vita privata e familiare, delle coppie etero ed omosessuali, come ha recentemente precisato proprio la Corte Europea.
Anche se il Governo non ha varato una legge apposita, sebbene in questi giorni il Ministro Boschi abbia annunciato provvedimenti entro la fine dell’anno, in Italia sono già molti i comuni che hanno adottato un personale regolamento con l’attivazione del Registro delle Unioni Civili, leggermente diverso da comune a comune, ma improntato al riconoscimento dei diritti per le coppie non sposate, sia etero che dello stesso sesso.
In Martesana, Brugherio, Carugate, Cernusco, Gorgonzola e Vimodrone, sono gli unici ad aver adottato questo intervento di legislazione locale per riconoscere i diritti a tutte le unioni. Laddove Bussero, Cassina e Gessate si dicono intenzionate ad affrontare la questione quanto prima, in linea generale Cologno, Melzo, Pessano e Pioltello devono ancora seriamente affrontare un iter di questo tipo, e non è detto che la cosa si verificherà per tutti a breve. A Segrate, Sel si è detta pronta per portare la questione sul tavolo del Sindaco Micheli già nelle prossime settimane.
Carugate e Gorgonzola sono gli ultimi in ordine di tempo ad essersi aggiunti alla lista dei comuni con Registro per le Unioni Civili: “L’Italia avrebbe evitato la condanna della Corte Europea se solo avesse approvato uno qualunque dei regolamenti delle unioni civili, come quello adottato dal Consiglio Comunale di Gorgonzola lo scorso 6 luglio -ha dichiarato Gabriele Mandelli, Capogruppo PD di Gorgonzola– I registri Comunali rappresentano l’attenzione e il coraggio di tanti Enti Locali di riconoscere ed allargare i diritti civili, perché la società e la politica locale sono molto più avanti del legislatore nazionale. A Gorgonzola abbiamo fatto la nostra parte. Tuttavia, ora non bastano più gesti di buona volontà, ma diviene urgente l’intervento del Parlamento senza tentennamenti, per l’introduzione nell’Ordinamento Italiano di un istituto giuridico che tuteli il diritto alla vita privata a familiare delle coppie dello stesso sesso”.
Dunque staremo a vedere come si evolverà la politica nazionale da questo punto di vista, e cosa ne sarà degli attuali Registri, che ricordiamo hanno una valenza legale e burocratica legata esclusivamente alla città in cui sono stati istituiti.