Maria Elisabetta Ranghetti
, ha 38 anni ed è una cernuschese doc con una forte passione che ha trovato compimento nel suo talento: scrivere.
E “Betty” scrive bene, al punto che è stato pubblicato recentemente il suo primo libro “Oltre il mare di Haifa“, edito da EKT Globe, un lavoro che sino a poco tempo fa era sbarcato su Amazon in formato e-book come autoproduzione, ma che presto ha conquistato la casa editrice in questione.
Nel suo primo lavoro d’esordio, Elisabetta, con studi classici e laurea in Lettere Moderne alle spalle, ha racchiuso un amore importante, quello per il Mediooriente, nato dieci anni fa sulla scorta del suo primo viaggio in Israele e Palestina, che l’ha portata a tornare a Gerusalemme anche due volte l’anno, per immergersi e meglio conoscere quella cultura.
“Se l’idea di scrivere un libro nasce dalla passione che ho da sempre per la scrittura -spiega- l’idea di questo libro in particolare nasce dal mio amore per Israele: là mi sento a casa, come se vi fossi nata, e ne sento spessissimo la nostalgia, anche se cerco di colmarla ogni anno scegliendo di andare lì e non altrove. Desideravo parlare di quella terra, della sua bellezza, ma anche della sua complessità attraverso le vicende di persone che intrecciano le loro vite nel corso di alcuni decenni”.
Già questo basta a capire il fascino di cui la cernuschese ha intriso il suo romanzo d’esordio, che già nel titolo colloca la sua azione in un luogo ben preciso della terra israeliana: Haifa, la città a nord di Israele nota ai più per essere un luogo dove arabi ed ebrei rifiutano di essere nemici, dove la convivenza tra i due popoli pare possibile: “Ed ebrei e arabi sono appunto i protagonisti di questa storia dove i personaggi guardano ciò che c’è oltre quel mare, unico confine certo di quella zona, e alle volte sognano di scappare dalle loro vite condizionate in alcuni casi in maniera forte dalla Storia con la S maiuscola -spiega Elisabetta– Al di là di quel mare però, ci siamo anche noi, l’Europa”.
Essendo il suo romanzo incentrato su una storia e su luoghi di così forte attualità, l’autrice non può trascurare un’analisi di ciò che accade ora in Medioriente, e soprattutto di come viene raccontata dai media la storia di quel conflitto e la vita di quei popoli: “Israele in particolare, ma tutto il Medio Oriente più in generale, sono spesso dipinti in maniera manichea e molto superficiale, dove si tende ad appiattire tutto, dove i tristi momenti di conflitto si guardano in tv come se fossero una partita di calcio da vedere davanti ad una birra tifando per l’una o per l’altra squadra; ma lì la gente su entrambi i fronti muore, rimane ferita, traumatizzata, soffre insomma, e mi sembra che l’accento venga posto più sulla ostentazione mediatica del conflitto che sul dolore umano, tanto è vero che, a guerra conclusa, raramente si torna a parlare di quella zona se non in occasione delle elezioni o di qualche evento speciale”.
Ma ciò che sta nel cuore di Elisabetta e che ha voluto affidare alle sue parole e al suo talento letterario, è quel “molto di più” che lei ha visto in israeliani e palestinesi: “la bellezza data dalla varietà delle diverse etnie e religioni, ebrei e arabi, palestinesi e israeliani, mussulmani, cristiani, drusi -ci spiega- ma anche la bellezza fisica e geografica dei posti, l’incrocio di diverse culture millenarie piene di fascino, di parole scritte con alfabeti differenti, di suoni che si mischiano, di estrema modernità che si alterna a retaggi antichi di incredibile bellezza. Senza fare sconti ad una realtà che comunque rimane tesa, ho tentato di descrivere, col mio romanzo, una terra che amo moltissimo, complessa e al tempo stesso stupenda e che merita di essere conosciuta con gli occhi dell’amore”.
Dunque un romanzo d’esordio che parte subito con una tematica complessa, con una contestualizzazione che non concede errori, ma che Elisabetta ha saputo affrontare alla grande, forte di una lunga esperienza come conoscitrice e viaggiatrice in terre mediorientali, e con studi già precedenti sui popoli che le abitano (ricordiamo la sua tesi di Laurea sulla “Survivors of the Shoah Visual History Foundation” di Steven Spielberg, dedicata al nonno paterno, militare reduce da un campo di lavoro tedesco durante la seconda guerra mondiale).
Ora il frutto del suo percorso unito ad una passione che ha trovato sbocco naturale nel talento, è disponibile online acquistando il titolo dal sito IBS, rivenditore online di libri ormai caposaldo nella vendita sul web di letteratura (clicca qui per acquistare), oppure attraverso i punti vendita fisici di IBS dislocati in diverse città (Bergamo Via XX Settembre 93 e Lecco Via Cavour 44 le più rivince a noi), presso la Libreria Del Naviglio a Cernusco, o ancora prenotando una copia dalla casa editrice EKT Globe, attraverso il sito (qui) o inviando una mail a info@ektglobe.com.
Elisabetta era una bambina cui piaceva leggere, e inventare storie di fantasia e fiabe, e che viaggiando ha conosciuto un amore profondo per una terra, che ora proprio attraverso le parole, è decisa a raccontare, e magari a continuare a farlo anche in futuro: “Voglio maturare come scrittrice e provare ad andare avanti a creare nuove storie per far viaggiare la mente delle persone che mi leggeranno“, ha concluso.