Mentre mercoledì 10 giugno Matteo Salvini riempiva di mille persone Piazza XI Febbraio, all’ingresso dell’area pedonale di Via Indipendenza un affollato gruppo di cittadini, con una larga componente giovanile, ha manifestato contro la presenza del leader leghista a Cologno, intervenuto per la seconda volta in città a sostegno della candidatura di Angelo Rocchi.
I MANIFESTANTI
Nessun tipo di atto dimostrativo eclatante, nessun lancio di uova o di gattini com’era stato per Segrate (qui), nessuna volontà di andare allo scontro da parte dei manifestanti, solo la versione antagonista delle magliette spesso mostrate da Matteo Salvini: fondo bianco e un hashtag #maiconsalvini. E poi cartelloni e striscioni, megafoni e cori, e una frase che con popolare semplicità voleva arrivare al cuore della città: “Colognesi, ma che siamo per la maggior parte terroni ce lo ricordiamo ?“ ha urlato un ragazzo dal megafono.
A Cologno rispetto a Segrate, la contestazione ha assunto proprio questi toni, quelli che hanno sottolineato l’evoluzione della città, che negli anni “50 e “60 si è formata sull’ondata delle migrazioni interne, diventate di pari passo con i mutamenti sociali e geopolitci, le migrazioni dal Nord africa e dall’est Europa. “Cologno è antirazzista, città fondata sulle migrazioni, l’ospite sgradito è Matteo Salvini” hanno ribadito i manifestanti.
LA PIAZZA E LA TENSIONE
Ad impedire l’accesso alla Piazza, una camionetta della Polizia con agenti schierati; ma ciò nonostante un’attivista munita di cartello con l’articolo 2 della costituzione, è riuscita a farsi largo tra la folla e a mostrare quelle parole proprio davanti al palco, suscitando l’immediata risposta del leader leghista: “La signora invita alla solidarietà, dieci clandestini a casa della signora” ha commentato Salvini tra gli applausi della piazza, apparsa indignata dalla presenza dei manifestanti: “Se sono davvero democratici come dicono -ha commentato un uomo sulla cinquantina accorso sin dalle prime ore del pomeriggio– dovrebbero consentire agli altri di lasciar esprimere le loro idee, e se non sono d’accordo se ne stanno a casa. C’è libertà di espressione”. Ma non deve averla pensata così un altro presente, che non ha gradito la comparsa della donna con il cartello, tanto da strapparglielo di mano gettandolo a terra. Il gesto ha fatto partire insulti e fatto alzare la tensione proprio a pochi metri dal palco: “hai strappato la costituzione lo sai ?” avrebbe gridato la donna, poi allontanata da un poliziotto in borghese.
DUE VOLTI DELLA STESSA CITTA’
I manifestanti sono rimasti a lungo all’imbocco di Via Indipendenza, non hanno forzato il blocco ma non sono retrocessi di un passo, continuando a ribadire “l’anima antifascista e antirazzista” della loro Cologno. Divise da una camionetta dunque, si sono affrontate a distanza le due anime attuali della città: quella che alle urne ha appena consegnato per la prima volta un risultato storico alla Lega, e quella che invece ha rivendicato il suo status di società nata dall’accoglienza di centinaia di italiani del sud negli anni del boom economico.