Claudio Viganò
Lega Federalisti Segratese
CHI È CLAUDIO VIGANÒ
Originario di Pioltello, sposato e residente a Peschiera Borromeo, Claudio Viganò è titolare di uno storico negozio di caccia e pesca in via Cellini a Segrate. È laureato in scienze politiche e in filosofia. “A livello personale la politica mi ha stimolato in vari settori, a parte quello lavorativo. Ho dedicato molto tempo lavorando sul qualcosa che per me è indispensabile in politica, cioè una base culturale, attraverso studi anche personali”.
“La mia carriera politica inizia nell’89 con la mia entrata nella Lega, sono un leghista della prima ora- spiega– Ho iniziato nella sezione di Segrate, da lì ho mosso i primi passi, sono diventato capogruppo e consigliere di maggioranza a Pioltello nel ‘93. Sono stato segretario della Lega di Pioltello, poi provinciale”. La storia politica di Viganò ha una battuta d’arresto, ma continua con quella che chiama “fase 2”. “Dopo aver votato la sfiducia al mio sindaco leghista sono stato espulso. Ma sono ripartito, ho fondato con Irene Pivetti “Italia federale” e poi ho lavorato alla creazione dell’APE (Autonomisti Per l’Europa), di cui tutt’ora sono coordinatore regionale. Nel ‘90 sono stato candidato al Senato, poi anche candidato per una lista ambientalista a Peschiera Borromeo”. Insomma una storia lunga, legata al territorio, e al tema ambientalista e federalista. E ora è giunto a questa sua candidatura a Sindaco, slegata dalla Lega Nord ufficiale: “A Segrate ho raggruppato tutti i fuoriusciti della Lega, coloro che come non si riconoscono nella Lega di Salvini, che porta avanti una linea centralista ed estremizzata a destra”.
LA SUA SEGRATE
La critica di Viganò nei confronti dell’attuale Sindaco è molto forte, incentrata sulla scarsa programmazione e la costruzione eccessiva. “Fino ad oggi il cittadino ha scelto di venire ad abitare a Segrate perché rappresentava l’eccellenza. Ma quanto è costata questa eccellenza ai segratesi? Se si fa un’analisi attenta, si vede che gli investimenti fatti su Segrate in termini immobiliari si sono svalutati negli ultimi anni del 25% perché c’è un’offerta talmente alta rispetto alla domanda che ha fortemente penalizzato. Ora posso godere di servizi d’eccellenza, ma fra qualche anno quando la domanda sarà spenta perché non ci sarà più bisogno di costruire e avremo consumato tutto questo territorio, come si farà a gestire questa eccellenza? La critica maggiore che faccio alla giunta Alessandrini è l’incapacità di programmazione, lui ha vissuto alla giornata forte del fatto che entravano una barca di soldi nelle casse del comune grazie agli oneri di urbanizzazione”.
Quali saranno quindi le priorità di Segrate nei prossimi anni? “Segrate con i costi che ha è un paese destinato ad invecchiare, e questo comporta molti investimenti che dovranno essere dedicati al sociale. Bisogna progettare tenendo conto delle necessità che si imporranno in futuro”. I cittadini come vedono la questione ambientale ed edilizia? “Ci sono due tipi di cittadini. Quello soddisfatto di trovare l’aiuola sotto casa e quello che vive di ideali e vorrebbe godere di un altro tipo di verde, che dia vita e non solo impatto visivo”.
LA POSIZIONE DI VIGANO’ SUL CENTRO PARCO E IL GOLFO AGRICOLO
“La linea intrapresa da Alessandrini sul tema ambientale, se all’inizio poteva sembrare interessante sul profilo estetico e relativamente alla salvaguardia dell’ambiente, si è dimostrata strada facendo sul piano pratico un fallimento totale. Se si valuta attentamente la questione centro parco in termini di impatto, ci si rende conto che è tanto fumo e niente arrosto. Alla fine resta poco del progetto di parco. Si certo, in città si può vedere qualche aiuola, che io definisco “tematica”, e gli oleandri lungo la Cassanese che mi fanno sorridere, considerando oltretutto che non sono autoctoni. Quello di Segrate ora è un verde artificiale”.
Il verde della città secondo Viganò è stato gestito male, e le cose dovrebbero cambiare. “Il centro parco lo considero un semplice anello a pista ciclabile con qualche sprazzo di verde. È una bella mossa speculativa ne confronti dell’urbanistica, probabilmente dettata dal fatto di voler far cassa. Ritengo che si siano consumati in 10 anni quello che si sarebbe dovuto consumare in 100 anni, anche perché parliamo di operazioni senza ritorno, si parla di spreco del territorio che non si potrà più avere indietro. Questo è sotto gli occhi di tutti, basta guardare il Village e Santa Montica”.
Come vede Viganò la questione Golfo Agricolo? “Sulla questione Golfo Agricolo sono chiaramente schierato a favore degli ambientalisti, non possiamo consumare l’ultima testimonianza di verde che rimane. Se mirato a risolvere i problemi sulla via monzese posso anche giustificarlo come intervento, ma non come un cavallo di troia che poi porta a cementificare tutta la zona”.