UN CAFFE’ COL CANDIDATO
SEGRATE: LORENZO ARSENI E IL LAVORO AL CENTRO DEL FUTURO

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Lorenzo Arseni
Segrate Vita Lavoro
Programma

CHI È LORENZO ARSENI
55 anni, segratese da 29

, sposato con due figli, incontriamo Lorenzo Arseni in un bar del centro, dove parliamo del suo passato e del suo futuro politico. Ex assessore al commercio dell’ultima amministrazione Alessandrini, ha lasciato la giunta nel luglio del 2013 perché, come spiega, “non si riusciva più a dialogare, i consiglieri di maggioranza erano sempre molto accondiscendenti nei confronti del Sindaco e non si può pensare di amministrare una città in un senso unico”.

Arseni ha una società immobiliare che poi ha lasciato alla moglie e al figlio quando è arrivata la decisione di entrare ufficialmente in politica. “La mia candidatura nasce dal fatto che non mi sento più rappresentato da nessuna forza politica che esiste in questo momento a livello locale e nazionale. Fino a una settimana prima della mia candidatura c’era da parte di Fratelli d’Italia l’idea di candidarmi Sindaco con la loro lista. Ma la proposta è caduta quando mi hanno detto che avrei dovuto appoggiare per forza il Sindaco uscente, ma ho deciso di non poter tornare su quei passi” spiega.

LA SUA SEGRATE
Il nome della lista presenta chiaramente i punti centrali della visione politica che Arseni ha per il futuro della città di Segrate. “Il lavoro vero e proprio è quello legato alle nuove aziende piccole e medie nate a Segrate negli ultimi anni. L’amministrazione in questi casi non ha mai pensato di fare qualcosa perché queste assumessero personale segratese”.

Anche in termini di priorità, il candidato fa leva molto sul lavoro e l’occupazione: “La grande necessità ora è garantire lavoro e tranquillità per le aziende, abbassare la pressione fiscale che hanno nei confronti del comune. Ho notato che le attività commerciali, dopo che ho lasciato la carica di assessore, si sono viste aumentare del 50% la tassazione”.

Secondo Arseni, qualche strumento disponibile forse negli ultimi anni non è stato sufficientemente sfruttato. “Abbiamo uno sportello lavoro a Segrate nato quando ho cominciato a fare l’assessore con lo scopo di dare un aiuto alle aziende senza farle passare dai servizi interinali. Mi interessava capire come si muoveva il mercato sotto questo aspetto. E poi anche perché se un’amministrazione deve interagire con le aziende del territorio deve dare qualche servizio oltre che chiedere tasse. Era giusto capire quali fossero le aziende pilota della città, qual era l’indotto e ovviamente i progetti e le idee, insomma le valutazioni che un amministratore deve fare per mantenere un buon rapporto di comunicazione con le aziende. Da quello che ho potuto vedere questo non è mai successo. L’amministrazione, prima della mia entrata come assessore, non aveva mai interagito così con le aziende. Quello che voglio fare io se divento Sindaco è avere un quadro chiaro del settore, tra necessità e problemi, per poter captare il futuro”.

COSA PENSA UN EX ASSESSORE AL COMMERCIO DEL NUOVO CENTRO COMMERCIALE SEGRATESE ?
In un momento di recessione economica locale, nazionale ma anche europea, vedo questo investimento da parte di Westfield un azzardo. Penso che mettere più di un miliardo di euro in una strutta del genere in questo momento sia rischioso, non la vedo un’operazione intelligente.

Certamente il grande Mall avrà ricadute sulla quotidianità dei cittadini, e Arseni mette l’accento su alcune condizioni: “La cosa interessante sarà fare in modo che chi gestirà questo centro commerciale assuma almeno l’80% di cittadini segratesi. Abbiamo avuto nell’ultimo triennio l’aumento del 400% della disoccupazione locale, parlando poi solo di coloro che si sono fatti registrare. Il nuovo centro commerciale può offrire possibilità interessanti. Che io sappia sono 2000 le persone che potrebbero trovare un posto di lavoro lì. È un bene per la cittadinanza perché magari si creano posti di lavoro, ma è un male perché non abbiamo bisogno di un centro commerciale, siamo già circondati, nel raggio di 3 km ne troviamo 4”.

C’è chi però ne trae sicuramente vantaggi da una tale operazione: “È logico che per un’amministrazione è vantaggioso, sono 120 milioni di oneri, con questo si risanerebbe il debito amministrativo accumulato, che come mi è stato detto dall’assessore al bilancio, è di 37 milioni di euro. Comunque la scelta dell’amministrazione che ha deliberato è stata forte, secondo me sbagliata, considerando anche tutti i metri cubi edificatori liberati durante gli ultimi due governi. Se in futuro si vorrà essere più saggi le operazioni immobiliari andranno prima valutate sul vero fabbisogno della città”.

LA FRASE DEL CANDIDATO
“Yes, we can” (Barack Obama)