Se c’è un argomento di attualità nel nostro paese, è di sicuro quello dell’integrazione, della condivisione di spazi e quotidianità con gli stranieri che da tempo hanno raggiunto l’ Italia con la speranza di dare a sé stessi e ai propri figli un futuro migliore rispetto a quello di nazioni in guerra come quelle da dove solitamente scappano.
L’argomento è declinato in più modi nei telegiornali ma stavolta la parola è quella di alcune mamme di piccoli alunni di Cologno Monzese, città che negli anni del boom economico fu meta della grandissima migrazione interna dal Sud al Nord Italia, e che ora, per le stesse ragioni di un tempo, è punto di arrivo di tanti stranieri inc era di occupazione.
Questa lettera che vi riportiamo integralmente, è scritta da alcune mamme della scuola elementare Montale di Cologno Monzese, vale tanto quanto un trattato di sociologia e di pedagogia. E’ un messaggio chiaro, diretto, che parla della vita di tutti i giorni in un aula scolastica e della relazione interpersonale fra i bambini, a dimostrazione di come la scuola sia un vero microcosmo.
Ecco la lettera, a voi le riflessioni.
“Siamo le mamme dei bambini della 5° A Primaria E. Montale di via Martin Luther King a Cologno Monzese. Venerdì scorso un bimbo originario del Bangladesh, ha lasciato con la sua famiglia L’Italia, dove ha vissuto più di 5 anni, per andare a vivere in Inghilterra, perché lì ci sono maggiori possibilità di lavoro.
Abbiamo pensato che scrivere dell’incontro con questo bambino e la sua famiglia, come dell’incontro con tanti altri bambini extracomunitari che popolano la classe 5° A, fosse un modo per esprimere tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto per questi bambini che, loro malgrado, si vedono catapultati in paesi, culture e realtà così diverse fra loro, e che ogni volta devono cominciare da capo per costruire nuove relazioni.
Venerdì pomeriggio, all’uscita da scuola, nel plesso delle primarie di M.L.King, le mamme hanno così salutato Ali Mahdi. E raccontano che è stato uno dei “loro” bambini fin dalla prima elementare. Uno dei venticinque di una classe numerosa. La sezione “A”, l’unica del ciclo 2010-2015. Tanti stranieri, quasi il 50%. Ma questo non è mai stato un problema, anzi un’enorme ricchezza. Un’occasione per vivere il mondo globale in una stanza.
A quelli già presenti il primo giorno di scuola se ne sono aggiunti altri, strada facendo. Già in prima, a metà anno è arrivato Reda, egiziano. Lui è stato quello che, alla fine dello stesso anno, piangeva disperato quando la maestra Tina è andata in pensione. Stessa scena con Mateo, albanese, che non tratteneva le lacrime quando è andata via anche la maestra Anna per la stessa ragione, e lo stesso vale per tutti gli altri che ora ruotano intorno alla maestra Graziella che li conosce uno a uno, nei pregi e nei difetti.
Anche Bido è arrivato in corsa, quando si era già in terza, e la sua profonda timidezza, unita al fatto che non conosceva una parola di italiano, lo ha caratterizzato nei primi mesi. Ma, di lì a poco, anche Bido è stato in grado di sostenere le prime interrogazioni in una lingua non sua. Durante questi cinque anni qualcuno ci ha dovuto lasciare: come Joseline che da un giorno all’altro, senza dire nulla, con la sua famiglia è tornata al suo paese di origine.
Ora è stata la volta di Mahdi che anche lui è andato via. Quel ragazzino minuto, di carnagione scura e dal sorriso biricchino, originario del Bangladesh lascia l’Italia e i suoi compagni delle elementari. Andrà a Londra dove i suoi genitori hanno altri parenti che stanno meglio di come si sta qui.
Noi siamo dispiaciuti perché ci mancherà, ma siamo anche felici perché le nostre strade si sono incrociate e abbiamo potuto incontrare una bella famiglia che ha partecipato ed ha condiviso con noi i bei momenti della scuola e anche dell’ Oratorio perché, pur essendo di religione diversa, Ali Mahdi e sua sorella Mimì hanno frequentato l’oratorio estivo. Sabato mattina le nostre strade si sono serparate forse per sempre, ma noi tutti siamo sicuri che non ci perderemo mai grazie ai nostri ricordi.
A presto Ali Mahdi“.