MELZO
ARANCIO SE NE VA. CON LUI SALE A 3 IL BILANCIO DEGLI ASSESSORI DIMISSIONARI

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“Non solo non c’è più lo spirito che ha portato alla vittoria delle elezioni, ma determinate dinamiche politiche interne alla maggioranza mi fanno pensare che arrivati a questo punto sia meglio non prestare più la faccia per il governo di Melzo“.

Queste sono solo alcune delle prime parole con cui Michele Arancio lascia la Giunta melzese e il suo incarico di Assessore con delega ai Servizi alla Persona, Volontariato Sociale e Politiche Giovanili.

La lettera di dimissioni arriva il 26 febbraio dopo settimane in cui Arancio aveva già espresso forti malumori. Tutto è iniziato con la vicenda del rimborso trasporti elargito dal Sindaco Bruschi all’Assessore Masotina, sempre sostenuta da Arancio in questa situazione, che portò alle dimissioni dei due ex assessori Vendramini e Righini, sui quali il dimissionario assessore ha un’idea molto chiara: “anche quella è una bugia ed è dimostrata dal fatto che gli ex assessori Vendramini e Righini, ancor prima di confrontarsi in Giunta, avevano già rilasciato dichiarazioni a mezzo stampa. Ora è chiaro a tutti (anche alle Liste Civiche, che l’hanno detto in consiglio lo scorso lunedì) che il problema non erano i rimborsi di un Assessore, ma che il reale obiettivo era un regolamento di conti all’interno della maggioranza.

Ma questa fu solo una delle tante dinamiche interne alla maggioranza e a Cambiare Melzo – La Sinistra, partito di cui lo stesso Arancio era coordinatore, che hanno portato il 28enne melzese a fare prima un’analisi e poi a rassegnare deciso le proprie dimissioni.

Le ragioni dell’ addio di Michele Arancio infatti, affondano le radici ancora più indietro, al giorno in cui accetto la nomina del Sindaco Bruschi ad Assessore, incrinando in qualche modo il rapporto con il partito che lui stesso stava coordinando dopo averlo fondato. Restare capogruppo e coordinatore di Cambiare Melzo, oppure prende la questione di petto ed entrare in Giunta. “Evidentemente non era una scelta, ma più una sorta di ricatto, di fronte al quale mi sono sentito di fare le scelte che sono a tutti evidenti. Le motivazioni politiche per cui è successo tutto questo non ritengo siano valide e rispettose del mio ruolo e della mia persona.”

Più di recente invece, l’ormai ex assessore ha avuto un altro motivo per esprimere la sua indignazione, che nel tempo lo ha portato alla decisione del 26 febbraio. Nonostante le smentite dei responsabili PD Foletti e Pizzul, secondo Arancio i due avrebbero espressamente chiesto con una lettera al Sindaco, di ritirare le deleghe al giovane assessore: “Questa lettera mi è stata mostrata dal Sindaco, cioè per interposta persona, quando in copia a tutta la Giunta e ai consiglieri comunali. Non sarebbe stato perlomeno rispettoso che mi fosse comunicato direttamente? Questo svela da parte dei partiti di maggioranza un atteggiamento di persone che non sanno prendersi alcuna responsabilità, a parte quella di dare adito a vecchie e retrograde logiche di lottizzazione del potere”.

Dunque il giovane politico di Melzo, entrato nella politica nel 2013 e tesserato per Sinistra Ecologia e Libertà, ora si prenderà una pausa da questo mondo che da soli due anni aveva vissuto in prima persona; e se non mancano i ringraziamenti a chi lo ha sempre sostenuto, consigliato e votato (il suo nome rappresenta 1/5 dei voti ottenuti da Cambiare Melzo alle elezioni), non mancano le stoccate assestate contro la maggioranza che lascia, soprattutto l’ala dei consiglieri PDche nei fatti si mostrano succubi di qualche anziano colonnello -scrive Arancio– è sotto gli occhi di tutti in Consiglio Comunale, come la maggioranza sia muta, come i consiglieri non difendano minimamente l’operato della Giunta, come non argomentino le loro posizioni. Persone impreparate e arroccate ciascuna al proprio piccolo interesse“. 

Dunque, a poco meno di un anno dall’insediamento, il Sindaco si ritrova a gestire la dipartita di tre suoi assessori, in un momento particolarmente delicato per gli equilibri politici della maggioranza melzese.