PIOLTELLO ELEZIONI
UN CAFFE’ CON MARIO DE GASPARI

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Mario De Gaspari

, candidato Sindaco con l’appoggio delle liste Territorio e Società – Mario De Gaspari Sindaco e Sinistra per De Gaspari – Rifondazione Comunista, accetta volentieri l’invito al nostro incontro e ci accoglie insieme alla moglie Ornella nel loro appartamento di Via Munari.

Laureato in filosofia, è milanese di nascita ma risiede a Seggiano di Pioltello dal 1983. Prima di andare in pensione è stato un dipendente del comune di Milano, dove si occupava di progetti educativi e insegnava Pedagogia presso la Scuola di Servizio Sociale del comune meneghino. Ha una figlia, Giulia, candidata come consigliera con la lista di Rifondazione Comunista.

De Gaspari non è di certo un volto nuovo per gli abitanti di Pioltello. È infatti già stato sindaco della città per due mandati consecutivi, dal “97 al 2006, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra “Ma allora non ero iscritto a nessun partito -precisa- La prima volta ho vinto al ballottaggio, mentre la seconda, nel 2001, al primo turno. È stato gratificante –ricorda- poiché i cittadini hanno riconosciuto che in quegli anni si erano fatte cose positive per la città“. C’è un’altra cosa che ricorda con orgoglio del suo periodo da primo cittadino, ovvero “l’aver fatto parte della Rete Europea di Prevenzione della Criminalità Eucpn”. Ha inoltre ricoperto il ruolo di consigliere alla provincia dal 2004 al 2009.

Ma De Gaspari non è solo homo politicus: negli ultimi dieci anni ha anche scritto e pubblicato cinque libri, che spaziano dal racconto della propria esperienza come primo cittadino, “Il sindaco e la città. Pioltello 1997-2004”, fino alle inchieste sulla speculazione edilizia e sui rapporti non sempre trasparenti tra amministrazioni comunali e società immobiliari, come l’ultimo scritto “quello che mi è più caro –fa notare- “Bolle di mattone” del 2013.

Dopo averci offerto un caffè e raccontato il suo background, parliamo delle imminenti elezioni.

Quali sono i motivi per cui ha deciso di ricandidarsi?
“Le ragioni principali sono due. La prima è per quello che è successo all’ex sindaco Antonello Concas”. In merito a questa vicenda De Gaspari tiene a precisare: Sono stato l’unico Sindaco di Pioltello, dal dopoguerra a oggi, ad aver portato a termine il mandato senza aver subito indagini. Come non è finito sotto inchiesta nessun amministratore, nessun dipendente comunale e nessuna società appaltatrice”. Per questo motivo ha le idee molto chiare su quelle che sono le esigenze attuali dell’amministrazione comunale: “Io credo che ci sia bisogno di un governo capace di affrontare altre eventuali vicende giudiziarie che ritengo possano coinvolgere ulteriormente Pioltello, di cui è in parte responsabile l’amministrazione precedente”.

Cosa intende per altre vicende giudiziarie?
“Mi riferisco in particolare a tre vicende: quella del Parco delle Cascine, dove sono state fatte concessioni a immobiliaristi indagati: noi abbiamo compilato un dossier e sporto denuncia alla magistratura. Poi ci sono la lottizzazione delle aree di via alla Stazione, e probabilmente penso verrà fuori ancora qualcosa sulla ex Sisas”.

Sulla questione delle speculazioni emergono delle considerazioni interessanti, che allargano la portata del fenomeno: “La crisi economica attuale deriva in gran parte dal fatto che le banche danno finanziamenti a società immobiliari ma non, ad esempio, alle imprese. A monte c’è un eccesso di concessioni che i comuni, per salvare il bilancio, fanno agli immobiliaristi. Come è successo a Segrate, ma anche alla stessa Pioltello. Gaiotto vuole ripresentare lo stesso identico Pgt (piano del governo del territorio) dell’amministrazione precedente, e per quanto lui sostenga sia “a consumo zero” di fatto prosegue con le speculazioni”.

La seconda motivazione?
“Io credo che per governare bene una città ci sia bisogno non soltanto di volontà e di onestà, ma anche di conoscenze specifiche su realtà complesse quali sono oggi le città italiane”. De Gaspari ne è ben consapevole, in quanto recentemente ha insegnato Teoria della Comunità.Una delle frasi che porto sempre con me – prosegue – è: non c’è un cm3 del suolo italiano che non sia sotto amministrazione di un comune, eppure non c’è nessuna legge nazionale che dica ai comuni come governare il territorio”.

Un problema che riguarda molto da vicino Pioltello dunque ?
“Sì, qui abbiamo il problema delle periferie, come ad esempio Satellite, quartiere in cui abitano circa 10.000 persone appartenenti a più di 80 etnie diverse.  L’amministrazione Concas voleva “abbattere” il satellite, ma chiaramente è impossibile farlo, e il risultato è stato quello di frustrare le prospettive dei suoi abitanti”.

Voi cosa proponete?
“Durante la mia amministrazione avevamo iniziato un progetto su un condominio del satellite, quello che versava nella situazione più difficile e abbiamo anche partecipato alle riunioni di condominio. Se avesse funzionato lì avremmo senz’altro potuto estenderlo anche da altre parti. L’idea era, in sostanza, quella di fare una politica di responsabilizzazione degli inquilini”.

Quanto c’entra in questo la multietnicità, che è una delle caratteristiche di Pioltello?
È un fattore importante: molti stranieri non sanno nemmeno di vivere a Pioltello, ma hanno come riferimento territoriale il proprio condominio, che a Satellite arriva a comprendere fino a mille persone. Che è quanto più di quello che comprende la maggior parte dei comuni italiani. Bisogna quindi lavorare su queste unità e fare un lavoro di interculturalità, anche a partire dalle scuole. Molti fanno la differenza tra noi e gli stranieri, ma anche tra gli stranieri bisogna riconoscere delle differenze”.

Ha già pensato a una squadra in caso di elezione?
“Per squadra io intendo un gruppo di persone che lavorano insieme per il bene della comunità. Non parlo solo dei collaboratori espliciti come gli assessori, ma anche dei collaboratori impliciti come i funzionari comunali, i dirigenti delle società partecipate dal comune, i parroci, i carabinieri, i responsabili dei caseggiati. Tutte quella persone insomma che al di là dei ruoli istituzionali svolgono un lavoro importante per la comunità. Quello che conta per me è che queste persone si sentano coinvolte attorno ad un progetto comune, che riguardi prima di tutto l’interesse dei cittadini”.

Pensa a qualche nome in particolare?
“Ci tengo a nominare Vassil, un ex ingegnere aeronautico bulgaro, che nel suo Paese ricopriva una posizione importante. Quando si è trasferito in Italia si è ritrovato ad abitare al Satellite, dove ha deciso di mettere a disposizione le sue conoscenze di matematico di statistico al servizio della sua nuova comunità. In questi ultimi anni siamo rimasti amici e ora è candidato nella mia lista”.

Eventuali alleati?
“Io penso che nel governare un comune quello che conti sia intervenire su questioni reali, cercando anche in qualche modo di andare oltre la bandiera politica. Per questo non escludo una eventuale collaborazione con altre forze politiche. Ad esempio non si può sottovalutare il m5s, perché nasce proprio da una concezione della politica che parte dalle esigenze reali”.

Può farci un esempio, oltre a Satellite, delle esigenze reali?
“Mi viene in mente il problema dei centri storici. Mentre le zone periferiche si sovrappopolano, i centri storici vivono la situazione opposta: vengono abbandonati e le attività commerciali tendono a diminuire”.

Come pensa di risolvere questa situazione?
“Io sono stato, e lo sono ancora, un sostenitore dell’iniziativa del traffico limitato. Credo però che ci sia bisogno di ulteriori interventi per rivalorizzare queste aree. Sarebbe interessante, per esempio, andare a leggere e confrontarsi con gli studi che associazioni di commercianti hanno fatto sul tema”.

Un’ultima cosa gli preme aggiungere: “Riguarda sia la mia biografia personale sia la città di Pioltello. La sua complessità urbanistica e sociale è nota, al punto che se ne scrivono tesi di laurea. Segno questo di come la città sia sempre stata al passo con i tempi sulle tematiche di più ampia scala. Questa è una cosa che va valorizzata”.

Nonostante a Pioltello non si candidi con il Partito Democratico, De Gaspari è iscritto al PD e ne è anche uno dei fondatori. Concludiamo pertanto il nostro “caffè col candidato”, con una domanda sul segretario nazionale del Partito Democratico.

Che ne pensa di Renzi?
“Io non appartengo a nessuna corrente nel PD, però penso che il tentativo di Renzi vada sostenuto e apprezzato. Spero che ce la faccia a mantenere questo passo, che il suo tentativo di governo riesca e che trovi tutto l’appoggio necessario del partito per effettuare le riforme necessarie alla ripresa del paese”.

Intervista di: Matteo Zavaglio