Annalisa Fioretti
è una pneumologia, moglie e madre di due bambini.
Ma Annalisa è anche molte altre cose, e in tanti la conoscono per le sue imprese “fuoridalcomune”, per il suo sconfinato legame con la montagna, con l’alpinismo e le scalate che si sono spinte fino a toccare la terza vetta più alta del mondo, quel monte Kangchenjunga alto 8586 metri, da cui è ridiscesa con il record italiano femminile.
Negli ultimi anni però, le imprese da alpinista di Annalisa, si sono sposate con la sua professione quotidiana, quella di pneumologia, di medico. Negli anni scorsi la carugatese era riuscita a far partire una gara di solidarietà per consentire ad una bimba pakistana, Sakina, di venire in Italia e curare una rara malformazione cardiaca, che nel suo paese l’avrebbe condotta alla morte. Adesso invece, sta seguendo la vicenda di una giovane donna di Kathmandu, Shila con un tumore al seno e costose cure da affrontare.
“Questo nuovo progetto è partito lo scorso anno durante la spedizione verso il Kangchenjunga -ha raccontato la Fioretti- Il mio compagno di spedizione e amico Mario, mi aveva parlato della Woman Foundation of Nepal (WFN) di Kathmandu, un’associazione che aiuta donne maltrattate che la società nepalese poi emargina. Appena atterrata a Kathmandu sono andata a visitare la WFN. Siamo stati accolti come amici e abbiamo trascorso ore di vera emozione e semplicità con loro. Lì ho scoperto che a una delle loro donne, Shila, avevano diagnosticato un tumore alla mammella e che era stata operata, ma avrebbe dovuto fare le chemioterapie essenziali, per le quali però mancavano completamente i soldi“.
Annalisa ha allora pensato di coinvolgere nella lotta di solidarietà per questa donna e per il centro stesso, non più i grandi ospedali come nel caso di Sakina, ma l’allora assessore carugatese alle Pari Opportunità Wally Franceschin, che assolutamente in sintonia con l’iniziativa, aveva girato alla giunta la proposta di elargire un fondo di aiuto per questa causa, che ha poi deliberato a favore.
Nei mesi scorsi sono arrivati i fondi stanziati per questa importante gara di solidarietà che aiuta a salvare la vita di una donna: “Quando sono arrivati i soldi del comune, li ho girati a loro per Shila.
Ora lei ha terminato le sue chemio e i soldi avanzati son stati utilizzati anche per altri progetti che coinvolgono anche un’altra donna malata. Va ricordato inoltre, che accanto al centro di lavoro della sede, dove alle donne viene insegnato un lavoro che a che fare con tutta la lavorazione dei tessuti, vi è anche un orfanotrofio che accoglie alcuni maschietti abbandonati, ma soprattutto bambine, perché in india e in alcune parti povere del Nepal, avere una figlia femmina è una sfortuna, perché occorre fornire al marito futuro una dote. I finanziamenti potrebbero essere destinati anche a loro“.
Dunque Annalisa era passata dal giusto assessorato per chiedere di contribuire ad una lotta solidale in aiuto di donne lontane geograficamente, ma vicine nel tentativo di avere sostegno per una vita migliore. Le Pari Opportunità del resto, non hanno un confine territoriale.
“Il sogno con Wally Franceschin era di proseguire il progetto, che sarebbe durato 3 anni -ha concluso Annalisa- periodo in cui avrei dato vita ad un ambulatorio funzionante riuscendo ad istruire anche del personale locale per farlo funzionare. Purtroppo la situazione che si è creata, e la concreta mancanza di questo assessorato al momento, ha cancellato questo sogno…”