“Per il servizio organizzato, qualificato e gratuito, a fianco dei malati dell’Ospedale Uboldo con una presenza discreta, offrendo occasioni di dialogo e calore umano, aiuto morale e materiale, per lottare contro la sofferenza e la solitudine e vincere la noia”.
Con queste poche righe, confezionate in un ringraziamento dal sapore sincero, l’amministrazione di Cernusco ha appuntato il Gelso d’Oro 2013 “sul petto” di AVO Cernusco, l’associazione dei volontari ospedalieri della città, “per il lustro e l’importanza” apportata alla realtà cittadina del naviglio.
Ne parliamo con Antonella Franchini, Presidente dell’Associazione AVO Cernusco.
- Buongiorno Presidente, innanzitutto, che effetto le ha fatto ricevere la più importante onorificenza cernuschese insieme a campioni dello sport e della fede?
Sicuramente una forte emozione ed una grande gioia. E’ un riconoscimento importante che ci rende orgogliosi della nostra Associazione e del suo operato.Assieme ai “campioni” dello sport e della fede, nel nostro piccolo ci consideriamo anche noi “campioni” di solidarietà. Voglio approfittare per ringraziare pubblicamente le persone che hanno segnalato la nostra associazione .
- Esiste, secondo Lei, un trinomio vincente Sport-Fede-Volontariato nella società cernuschese? E’ un modello culturale che le piace?
Secondo me non esiste un “trinomio” particolare ma esiste un “Volontariato” che si esprime sotto varie forme ma con un unico obiettivo: la volontà di mettersi al servizio degli altri.L’offerta di servizio del Volontariato in generale prescinde dalla tipologia del servizio stesso.Ogni persona ha una sua specificità e in base a quella decide in quale campo offrire il suo operato.
- AVO Cernusco, dopo le prime 10 candeline del 2011, è diventata una realtà molto solida a Cernusco. Come si spiega questo fenomeno?
Non è un fenomeno, è un riconoscimento ad un lavoro non pubblicizzato che molte persone svolgono quotidianamente. In questi dieci anni siamo cresciuti molto, ci siamo fatti conoscere e la popolazione ha apprezzato il nostro operato.Il servizio che svolgiamo può essere anche una “scuola di vita” che ci insegna a dare importanza anche a piccoli gesti quotidiani che possono sembrare semplici ma diventano molto significativi nelle situazioni in cui operiamo.
- In cosa consiste il vostro servizio presso l’Ospedale Uboldo?
Il nostro servizio è riassunto nella motivazione del premio. Si svolge nei reparti dell’ospedale in due turni giornalieri di 2 ore ciascuno. Consiste nello stare accanto ai degenti e ai loro familiari, cercando di capire le loro esigenze e offrendo la nostra disponibilità, soprattutto con “l’ascolto”.Il nostro servizio, però, deve essere prima di tutto qualificato. Infatti, per diventare volontari AVO è necessario frequentare un corso di formazione, organizzato dall’Associazione, durante il quale con l’intervento di psicologi e persone qualificate nella “relazione d’aiuto” si cerca di fornire le basi per l’approccio con i malati.
- Esiste una “Rete Avo” nel panorama filantropico regionale e nazionale? Di che numeri parliamo?
La Associazione AVO è strutturata a livello nazionale, regionale e locale. In tutta Italia esistono 270 organizzazioni AVO, autonome e con circa 30.000 volontari che operano negli ospedali, nelle RSA e negli Hospice. Micro particelle di un’unica realtà nazionale. Per capirne di più è possibile consultare la rete FederAVO all’indirizzo internet www.federavo.it.A livello regionale facciamo capo ad una AVO Lombardia che riassume 47 sezioni locali mentre la nostra realtà, AVO Cernusco, occupa circa 100 volontari nel locale Ospedale Uboldo.
- Ci può dire i tre aspetti più significativi del “volontario Avo”?
GRATUITA’:Il volontario va in ospedale per offrire un servizio. Il servizio è gratuito, la gratificazione al volontario è data dal semplice sorriso dell’ammalato. DISCREZIONE:il malato parla liberamente con una persona riservata, rispettosa e simpaticaDISPONIBILITA’:ascoltare attentamente è essenziale per avviare un dialogo sereno con l’ammalato, il nostro motto è infatti: “Esistono molti modi per aiutare un ammalato, uno è fondamentale: essergli accanto.
- Il Gelso d’Oro 2013 è un’onorificenza molto importante per Cernusco. Che spinta pensa potrà dare alla vostra Associazione? Quali i prossimi impegni della vostra realtà?
Sicuramente è uno stimolo a continuare e perseverare nella nostra opera all’interno dell’ Ospedale. L’impegno che diamo, comunque, prescinde sicuramente dal premio ricevuto, che rimane comunque una spinta ad intensificare il servizio e la nostra opera nei reparti dell’ ospedale dove ancora non siamo presenti.Il Servizio di “Volontariato per l’Accoglienza” all’ingresso dell’ospedale, già operativo da vari anni, si è dimostrato molto apprezzato e abbiamo intenzione di potenziarlo.
- Da ultimo: a chi dedica questo premio e perchè?
In primis voglio assolutamente dedicare questo premio ai miei volontari, senza i quali non sarebbe stato possibile raggiungere questi traguardi: so che amano il loro servizio, lo fanno con passione e con gioia e quindi a loro va il mio ringraziamento.Voglio ricordare anche quel gruppetto di 9 persone (oltre a me) che dodici anni fa hanno creduto nel progetto e si sono impegnate a creare l’ AVO Cernusco. Devo ricordare e ringraziare anche la Direzione Sanitaria dell’ Ospedale Uboldo per la disponibilità e l’aiuto che ci ha sempre fornito per superare le difficoltà e con la quale si è instaurato un rapporto consolidato di collaborazione reciproca.Vorrei aggiugere, di mia iniziativa, una altra domanda:
- Se qualcuno fosse interessato alla vostra Associazione come può contattarvi ?
Art. 1 dello Statuto:“L’ AVO è una associazione apolitica, apartitica aperta a tutte le persone, senza distinzione di sesso,religione,orientamento, di età compresa fra i 18 e i 75 anni, che intendono svolgere un servizio organizzato,qualificato e gratuito a favore dei ricoverati presso presidi sanitari e socio-assistenziali.”La nostra sede si trova presso l’ Ospedale “UBOLDO” di Cernusco s/Nav. Tel: 02.9236 0832(con segreteria telefonica) – Cell: 366 1530418 Email: avocernusco@libero.it
William Callegari