Il meglio del cabaret italiano arriva a Bussero. Sabato 4 febbraio alle ore 21, il romagnolo Paolo Cevoli salirà sul palco dello Spazio Sfera, in via Carabinieri Caduti.
La programmazione ideata dal Maestro Alberto Radice, direttore artistico di Spazio Sfera, va avanti spedita e dopo serate di teatro, danza e musica, questa volta è il momento del cabaret.
Un uomo dalle tante personalità
L’uomo dietro l’Assessore alle attività varie ed eventuali Palmiro Cangini, comincia la sua carriera da comico nel 1990 a Bologna con la partecipazione ad un concorso bolognese per giovani comici, La Zanzara d’Oro, dove si classifica in terza posizione alle spalle di Antonio Albanese, partecipando, tra il ’90 e il ’91, a 15 puntate del Maurizio Costanzo Show. Nel 2001 cede alle avances di Gino & Michele, che finalmente riescono a portarlo sul palco dello Zelig, prima nel teatro di Viale Monza a Milano, poi nella trasmissione televisiva in onda all’epoca su Italia1. Tra le molte facce del comico riminese anche altri personaggi entrati nell’immaginario collettivo, come l’imprenditore Teddy Casadei oppure il motociclista Olimpio Pagliarini. Il resto è storia.
Tra spettacoli teatrali e libri la sua produzione non si ferma, portando avanti anche quello che per lui è il primo lavoro: quello dell’imprenditore. Dopo aver aperto locali e ristoranti, decide poi di vendere tutto e rimanere nell’ambiente dell’intrattenimento in forma di consulente. E in mezzo ai suoi tanti impegni, tra lavoro e famiglia, ha trovato anche il tempo di scrivere il suo nuovo show.
“Andavo a 100 all’ora”
Come già annunciato lo scorso settembre all’apertura della stagione del teatro busserese, Paolo Cevoli, classe 1958, porta in scena “Andavo ai 100 all’ora“, un immaginario (ma neanche tanto) racconto ai propri nipoti di come fosse la sua vita da bambino. Quando uscì la canzone di Gianni Morandi che da il nome allo spettacolo era il 1962: a quell’epoca andare ai 100 all’ora sembrava una gran velocità, mentre “oggi se si va in autostrada a quella andatura ti suonano dietro, anche i camion trasporto suini“.
Tutto era diverso: non c’era internet, i telefoni erano attaccati ad un filo, la TV era in bianco e nero e molto pesante e ingombrante, non esisteva né il Grande Fratello e né la raccolta differenziata. E nemmeno i tanti temuti apericena.
Un racconto personale che attraversa tutta la sua vita fino ai giorni nostri. Un viaggio per comprendere meglio da dove veniamo e ridere del nostro passato.
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