Cade in questi giorni il diciottesimo anniversario del G8 di Genova, ricordato più per gli scontri di piazza e le violenze che per i risultati del vertice. Le manifestazioni di protesta, partite in maniera festosa e in un clima sereno giovedì 19 luglio con il corteo dei migranti e il concerto di Manu Chao, degenerarono venerdì 20 e sabato 21 luglio. Un cortocircuito nella gestione dell’ordine pubblico e una tensione latente coltivata nei mesi precedenti portarono a episodi di violenza difficilmente prevedibili nell’Italia che entrava nel nuovo millennio: devastazioni da parte dei black bloc, cariche, pestaggi e scontri culminati con l’uccisione di Carlo Giuliani, ragazzo 23enne centrato da un proiettile durante l’assalto a un mezzo dei carabinieri in piazza Alimonda.
Tra gli episodi tristemente noti ci sono senz’altro quello della scuola Diaz, assaltata dalla polizia la notte del 21 luglio, e le violenze perpetrate sui detenuti alla caserma di Bolzaneto, definite tortura dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
servizio del TG3 sulla scuola Diaz
A manifestare a Genova erano presenti numerose sigle riunite nel Genoa Social Forum. Dai cattolici della rete Lilliput, passando per i COBAS, fino alle tute bianche guidate da Luca Casarini. Proprio con loro ha manifestato Danilo Radaelli, allora giovanissimo, quel luglio del 2001. La redazione di fuoridalcomune.it lo ha contattato per avere una testimonianza diretta su come si sono svolti quei giorni.
DANILO RADAELLI: «VOLEVAMO ANDARE A DORMIRE ALLA DIAZ»
Danilo Radelli partito dalla stazione di Porta Garibaldi a Milano insieme ad altri cernuschesi arrivò a Genova nella notte tra giovedì 19 e venerdì 20 luglio. Dopo poche ore di sonno allo Stadio Carlini prese parte al corteo delle tute bianche guidate da Luca Casarini, caricato in via Tolemaide dal terzo battaglione Lombardia dei Carabinieri. «Ero nella pancia del corteo non nel blocco iniziale che doveva simbolicamente violare la zona rossa – ha detto -. Gli scontri li ho visti e sentiti ma non sono rimasto coinvolto direttamente».
La carica in via Tolemaide
Momenti concitati, di confusione, durante i quali era difficile sapere anche quello che avveniva a poche centinaia di metri. «Anche della morte di Carlo Giuliani – ha detto – abbiamo avuto conferma solo la sera, una volta tornati allo Stadio Carlini».
Poteva andare peggio per Danilo Radaelli che con i suoi amici aveva preso in considerazione di andare a dormire alla scuola Diaz, teatro di quelle che forse sono state le violenze più efferate. «Sabato sera [Ndr… 21 luglio 2001]- ha ricordato – volevamo andare a dormire alla scuola Diaz, che ci sembrava uno dei posti più sicuri perché sede del mondo dell’informazione. Solo per caso abbiamo deciso di tornare a casa»