Un progetto di supporto psicoterapeutico per aiutare i minori in difficoltà. Presentato il 14 marzo scorso, presso il centro diurno “La Quercia”, lo “S.M.A.R.T. – Supporto Minori A Rischio e in Tutela”.
Progetto S.M.A.R.T.
Ideato da Aleimar, associazione melzese no profit di volontariato e cooperazione internazionale, che fa da capofila dell’intero progetto S.M.A.R.T. e avrà come partner Azienda Futura, l’ente strumentale del Comune per la gestione dei Servizi alla persona e alle famiglie.
Finanziato da Fondazione Cariplo attraverso il bando “Attenta-Mente 2023”, lo scopo del progetto – già attivo – è di promuovere il benessere emotivo, psicologico e relazionale di almeno 50 minori di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, quindi la fascia di adolescenza e pre-adolescenza, quella più critica e che, soprattutto dopo il Covid, ha visto un incremento preoccupante di casi disagio psicologico gravi. Aggravati, spesso, in contesti di povertà educativa ed economica.
Benessere emotivo e psicologico
Una delle finalità del progetto è creare una rete di supporto: e infatti sono molti i soggetti coinvolti, a partire dall’ASST Melegnano e della Martesana con la divisione di NPIA (Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), che parteciperà all’équipe multidisciplinare che si occuperà di identificare i casi da seguire e aiuterà a individuare i percorsi terapeutici adatti.
A fornire i servizi di psicoterapia infantile e adolescenziale necessari sarà “Psiche & Soma”, realtà già operativa a Pioltello.
Importante sarà il lavoro di rete con le strutture scolastiche del territorio: al progetto hanno aderito anche i due istituti comprensivi cittadini “Iqbal Masih” e “Mattei-Di Vittorio”, luoghi educativi e di aggregazione in cui per primi emergono problematicità e disagi che vanno segnalati. Tra i soggetti coinvolti anche APS RelAzioni, e i quattro oratori cittadini: grazie a educatori esperti di un team in fase di definizione, contribuiranno anch’essi a intercettare situazioni che necessitano di attenzione.
L’obiettivo finale del progetto è di migliorare l’intercettazione delle risposte di aiuto rivolte ai minori con disagi psicosociali, già individuati dalla Tutela Minori del Comune e della NPIA, aumentare gli interventi di cura di minori a rischio o già in tutela, oltre a migliorare i percorsi di cura già in corso o in attesa di essere avviati. La novità sarà soprattutto l’approccio terapeutico sistemico-familiare, in cui saranno le famiglie stesse a essere coinvolte in prima persona nel percorso terapeutico.
Migliorare gli aiuti ai ragazzi
«Bisogna dare degli strumenti alla famiglia affinché possano poi tentare di risolvere internamente, con le proprie forze, eventuali conflitti –ha spiegato Luca Dell’Aversana, coordinatore dei Progetti Italia di Aleimar– psicoterapeuti, mediatori linguistici, educatori potranno supervisionare le psicoterapie fatte con le famiglie, e tentare di costruire nel più breve tempo possibile una risposta d’aiuto. Speriamo che molti interventi si possano risolvere attraverso l’approccio sistemico-familiare, ma sappiamo che comunque ci sono già tanti casi in cui probabilmente servirà un intervento più profondo e individualizzato».
«La nostra città ha tante necessità reali e quindi abbiamo bisogno di progetti che riescano a calarsi sul territorio, e in tempi abbastanza brevi, perché i bambini crescono e in fretta e dobbiamo rispondere quando i problemi ci sono –ha detto la Sindaca Ivonne Cosciotti– e quella che Aleimar ha immaginato è una risposta a 360 gradi, e come Amministrazione siamo contenti di esserci e di accompagnarvi come possiamo».
«Ringrazio anch’io tutti i soggetti coinvolti, da Fondazione Cariplo che ha creduto in qualcosa di importante e che manca in termini di servizio attuali, ad Aleimar, ASST, Azienda Futura e Psiche&Soma –ha dichiarato Mirko Dichio, Assessore ai Servizi sociali– E sottolineo che qui, a Pioltello, la rete si fa davvero sul territorio, si lavora già con le scuole e gli oratori, per rispondere alle esigenze e difficoltà che emergono sì in condizioni di povertà culturale ed economica, ma non bisogna limitarsi a collocare queste problematiche in un certo tipo di realtà: perché purtroppo il disagio psicologico è trasversale ed emerge anche in contesti di apparente serenità e stabilità in cui non ci sono problemi di integrazione sociale. Per questo bisogna fare particolarmente attenzione e cercare di fornire un supporto il più ampio possibile».