Beni confiscati alla mafia: Città Metropolitana pensa ad una nuova gestione

La proposta è stata comunicata dal consigliere delegato Rino Pruiti durante l’ultima seduta del Consiglio metropolitano

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Una regia della Città Metropolitana di Milano per assegnare e utilizzare beni confiscati alla mafia fermi da anni. La proposta ufficiale è stata avanzata ufficialmente in Consiglio metropolitano dal Sindaco di Buccinasco e Consigliere delegato alla Legalità e Beni confiscati alla criminalità, Rino Pruiti.

Beni confiscati alla mafia

Un tema strategico per il consigliere Pruiti, reduce da un incontro del Nucleo di supporto con l’Anbsc (Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati) e i delegati delle province di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova. Viene tracciato un quadro preoccupante sullo stato di assegnazione di numerosi bene sequestrati alla criminalità organizzata nel Nord Italia e, anche, nella Città metropolitana di Milano.

La procedura attualmente operativa prevede che l’agenzia metta a disposizione edifici “puliti”, ossia liberi e senza debiti, con una prelazione per i Comuni. Se questa cade, il Ministero dell’Interno si rivolge al Demanio per trasformarli eventualmente in alloggi di servizio per personale statale. Se anche questa strada non viene percorsa, il bene resta fermo, senza destinazione, a volte per anni.

Proposta di nuovo sistema di gestione

Una situazione molto diffusa, non solo nei piccoli Comuni ma anche nelle grandi città. Da qui la proposta di Pruiti di rivestire, come Città metropolitana di Milano, un ruolo propositivo per sbloccare la situazione e permettere che gli edifici non assegnati possano avere una nuova e proficua destinazione a beneficio della comunità. L’ente di area vasta acquisirebbe gratuitamente i beni al suo patrimonio, procedendo poi a gestire progetti ed assegnazioni.

«Raccolgo e condivido le preoccupazioni dell’Agenzia nel vedere decine di immobili fermi -afferma il Consigliere Pruitile motivazioni sono disparate: difficoltà economico-gestionali, ma potrebbero anche paura o poco coraggio. Ricordiamo che sono beni sottratti a mafiosi, che spesso risiedono nello stesso stabile o in città. Credo però che, come amministratori pubblici ed amministratrici pubbliche, dobbiamo avere coraggio. Come consigliere delegato della Città metropolitana voglio non solo portare sotto i riflettori questa situazione ma intervenire concretamente, da qui la mia proposta al Consiglio che ha riscontrato collaborazione e disponibilità ad ampio raggio. Penso al capoluogo milanese, che dispone di 22 appartamenti, ma in tutta l’area metropolitana possiamo fare molto».