Elena Moretti
, farmacista prestata alla scrittura, è l’autrice del romanzo “Testa di mango” (Mursia 2023) terza opera dopo “Quasi a casa” (Mursia), vincitore nel 2017 del Premio Rtl 102.5 e Mursia Romanzo italiano, e “Quel che manca di te” (Mursia 2019).
Laureata in Farmacia, sposata con due figli, ha fatto volontariato con adolescenti e disabili e si interessa ai problemi del disagio giovanile dell’affido.
“Teste di Mango”
Il protagonista è Andrea, un ragazzo di quindici anni che, dopo una bocciatura, viene mandato dai genitori in Abruzzo, da Milano, a casa della zia materna.
«“Testa di Mango” è il soprannome che viene dato ad Andrea in onore della sua capigliatura a cresta che, in origine, era tinta di arancione fosforescente, ma che, in capo a pochi giorni, complice la continua esposizione al sole e alla salsedine, diventa gialla come la polpa di mango -ha raccontato a Fuori Dal Comune Elena Moretti– Ovviamente, però, non è un nomignolo amoroso dettato solo dai suoi buffi capelli: diciamo che è un modo colorito per dipingere la sua mente vulcanica che una ne pensa e cento ne fa. E sono sempre le cento sbagliate».
Un adolescente che gira con il suo fedele Vespino, che fa a pugni con la realtà e con tutte le sue innumerevoli sfumature. Non sopporta gli adulti, le ragazze, gli artisti e soprattutto “i marocchini”. Un concentrato di pregiudizi o forse ne porta uno solo verso sé stesso: si sente migliore di chiunque altro. E in virtù di questo si sente in grado di denigrare chiunque.
“Uno sguardo diverso sulla vita”
«Il protagonista, è nato dal racconto delle bravate di un ragazzino in sella al suo motorino –ha continuato Elena Moretti– superficiale, strafottente e vulcanico, è stato divertente dargli corpo, farlo sbattere contro sé stesso e la vita e, soprattutto, fargli accendere pian piano il cervello. Morgana, l’amore acerbo del nostro eroe, è nata immediatamente nella mia testa come controparte adatta a lui. Apparentemente timida, sa essere forte e indomita quando realmente occorre esserlo, a differenza di Andrea che è il tipico leone di cartapesta. Ma, soprattutto, Morgana è una ragazzina portatrice di una disabilità, e questo risponde invece a una mia idea fissa: quella di dare spazio nei miei romanzi a personaggi disabili».
Tra gli altri protagonisti del romanzo, Princess e Mamadou, rispettivamente la collega bisbetica e il datore di lavoro di Andrea, sono nati senza alcuna premeditazione, eppure si sono pian piano impadroniti della scena fino a diventare la chiave di volta per la maturazione del protagonista.
«Cheikh infine, ragazzino migrante solo, con un bagaglio di esperienze terribili alle spalle, è nato come negativo del protagonista, sia nel vissuto, sia nel carattere -ha spiegato Elena Moretti- Questi tre personaggi, tutti originari del cuore dell’Africa, mi hanno permesso di sviluppare un secondo filone narrativo: oltre all’incontro con una ragazzina che non si fa fermare dai propri limiti fisici, il protagonista ha l’occasione di confrontarsi con persone portatrici di una cultura differente, che si traduce in un diverso sguardo sulla vita. Ed è da questo dittico che prende il via la crescita umana del nostro Testa di Mango».
“Un romanzo per tutti. Il cambiamento appartiene a ciascuno di noi”
Andrea nell’incontro con l’altro, Mamadou, il gigante senegalese trova una guida e un maestro che lo porterà alla scoperta di un nuovo sguardo sul mondo: sarà in grado di esprimere una personalità originale e inizierà a progettare, sul serio, il proprio futuro.
«Il romanzo non è altro che il suo progressivo scoprire le proprie magagne e i propri limiti, ma anche le sue reali capacità. Attenzione, però: non è la cultura di chi incontra a fargli cambiare idea, né la disabilità di Morgana in sé e per sé. Sono le persone che riescono nella magia di cambiarlo, perché sono persone in gamba. A riprova di ciò, anche una volta abbattuto il muro dei suoi pregiudizi e annusata la cultura senegalese, Andrea non la fa propria: ne prende il buono, lasciando indietro altri aspetti che non lo convincono -ha concluso Elena Moretti- Un romanzo per tutti. Il cambiamento appartiene a ciascuno di noi. Basta volerlo Ho voluto raccontare l’incontro-scontro fra queste due realtà di adolescenti, ma soprattutto il lento maturare della stima e della complicità fra di loro, anche quando a pelle non c’è simpatia. “Testa di Mango”, per la leggerezza dei suoi toni, è un libro adatto ai ragazzi, ma, per lo spessore delle tematiche affrontate, io spero che abbia molto da dire anche agli adulti, persino a quelli che non sono mai rimasti vittima della sindrome di Peter Pan».
Augusta Brambilla