L’Amministrazione comunale di Gessate, in collaborazione con il Cineteatro San Giovanni Bosco, ha organizzato la serata di presentazione del video inchiesta “Sulla loro pelle” di Marika Ikonomu, gessatese, Alessandro Leone e Simone Manda.
Il programma
L’appuntamento è per giovedì 22 giugno alle 21.00 al Cineteatro San Giovanni Bosco alla presenza di Marika Ikonomu co-autrice, Luca Rondi e Lorenzo Figoni autori dell’inchiesta “Rinchiusi e sedati” pubblicata su Altreconomia, Giulia Vicini avvocata ASGI e Igor Zecchini Mai più lager-No ai CPR.
“Dare voce agli ultimi con immagini e testimonianze”
La serata evento gessatese è anche in occasione della “Giornata Mondiale del Rifugiato” che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha scelto di celebrare il 20 giugno di ogni anno con la Risoluzione 55/76. Il documento è stato approvato il 4 dicembre 200 in occasione del 50° anniversario della Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati. Nel 2023 l’UNHCR ha lanciato la campagna #WithRefugess che durerà fino al 19 settembre.
«La campagna ha come obiettivo– si legge nella nota di presentazione del progetto dell’UNHCR- quello di far conoscere i rifugiati attraverso i loro sogni e le loro speranze: prendersi cura della propria famiglia, avere un lavoro, andare a scuola e un posto che si possa chiamare “casa”».
L’inchiesta di Marika Ikonomu, Alessandro Leone e Simone Manda, che ha investigato l’opacità della gestione privata dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio e le ripercussioni sui diritti basilari delle persone migranti, ha vinto l’undicesima edizione del Premio “Roberto Morrione 2023” per il giornalismo investigativo.
La motivazione della giuria del Premio Roberto Morrione è «L’inchiesta “Sulla loro pelle” dà voce agli ultimi con equilibrio e forza narrativa attraverso immagini e testimonianze, con maturità professionale e attenzione al linguaggio visivo e narrativo. Un lavoro toccante, di attualità, sempre più necessario, che tiene accesa l’attenzione su un tema, quello dei Centri di Permanenza per i Rimpatri, veri e propri luoghi di detenzione di cui si parla sempre troppo poco».
Augusta Brambilla