Ombrelli bianchi aperti, striscioni e più di un migliaio di persone per una marcia silenziosa. La lotta alla criminalità organizzata si combatte anche con la presenza, la testimonianza e la partecipazione. Sabato 18 Marzo le vie e le strade di Pioltello si sono riempite di cittadine, cittadini, associazioni e istituzioni che insieme hanno ribadito il loro convinto impegno per dire “NO ALLA MAFIA”.
Un corteo davvero molto sentito e partecipato, partito da Piazza Bonardi e arrivato in Piazza Madonna della Seggiola sulle note della canzone “I Cento Passi” dei Modena City Ramblers, colonna sonora dell’omonimo film sulla vita di Peppino Impastato, giovane giornalista e attivista, assassinato dalla Mafia a Cinisi il 9 Maggio del 1978.
Passaggio di testimone
Da Bussero a Pioltello, la Martesana in prima linea nella testimonianza della lotta alla mafia. Dopo le numerose iniziative organizzate a Bussero negli anni scorsi in occasione delle “Giornata della Memoria e dell’Impegno in Ricordo delle Vittime Innocenti di Mafia”, dove a scendere in piazza c’erano i Sindaci della Martesana e le associazioni locali coinvolte nella lettura del lunghissimo elenco dei nomi delle persone che hanno perso la vita a causa della criminalità organizzata, il testimone è passato a Pioltello.
La Sindaca di Pioltello in prima linea
«Quando la nostra Città è stata colpita dalla presenza di personaggi legati alle cosche della ‘Ndrangheta, che hanno portato poi all’arresto di alcuni boss dell’organizzazione criminale – ha sottolineato la Sindaca Ivonne Cosciotti– in apertura del corteo, ho notato un insolito silenzio sui social e tra la gente. Un fenomeno quello dell’indifferenza, molto pericoloso che si configura come terreno privilegiato dove la mafia vive e prospera. Quando si parla di legalità e di giustizia non ci possono essere zone grigie ed è fondamentale comprendere la sostanziale differenza tra bene e male. La straordinaria presenza dei cittadini, delle associazioni e dei tanti giovani a questa iniziativa è un segnale di speranza, ma occorre non abbassare mai la guardia di fronte al fenomeno.»
La testimonianza di Pinuccio Fazio
Un racconto intenso, carico di emozione, tanto da lasciare la Piazza ammutolita per alcuni minuti. Un silenzio assordante che è “rimbombato” nel cuore dei presenti, quando a prendere la parola è stato Pinuccio Fazio, papà di Michele, ragazzo di soli 15 anni vittima innocente della Mafia, ucciso sotto casa nei vicoli di Bari vecchia, da un proiettile partito durante una sparatoria per un regolamento di conti. Il racconto degli attimi vissuti poco prima del decesso di Michele, l’immagine di un ragazzo felice proveniente da una famiglia onesta di lavoratori, che stava rincasando per cenare con i suoi cari e l’immagine straziante di vite distrutte solo un secondo dopo, quando il passato il terrore per i colpi di pistola, arriva la tragica scoperta del corpo di Michele in un lago di sangue. E poi la rabbia, lo sconforto, la ricerca della verità, il desiderio di giustizia e il coraggio di fare nomi e cognomi degli assassini e delle famiglie della Sacra Corona Unita coinvolte nell’omicidio di Michele. Ma allo stesso tempo un messaggio di speranza ai tanti giovani presenti a Pioltello e un monito che dal sagrato della Chiesa ha riecheggiato per tutta la città. «Fate attenzione ragazze e ragazzi– ha tuonato Pinuccio Fazio nel suo messaggio pubblico- perché chi cade nella trappola dell’organizzazione mafiosa è destinato a due sole strade senza via di uscita: da una parte il carcere, dall’altra il camposanto. Aprite le finestre, senza paura e uscite a respirare il profumo della libertà. La mafia ci vuole chiusi e silenziosi, ma in realtà a chiudersi nelle case per la vergogna dovrebbero starci proprio i mafiosi, gli stessi che ci hanno portato via il sorriso di Michele».