Concorso in omicidio, rissa aggravata, lesioni personali, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, tentata estorsione in concorso e porto di armi od oggetti atti ad offendere: questi i capi d’accusa per i quali sono stati arrestati 24 giovani ragazzi, tutti coinvolti nella rissa avvenuta a Pessano con Bornago lo scorso 29 settembre, nella quale ha perso tragicamente la vita Dimitry Simone Stucchi, di soli 22 anni. Era figlio di un noto edicolante di Vimercate.
Secondo quanto riferito dai soccorritori, il giovane, che a marzo avrebbe compito 23 anni, sarebbe morto dissanguato per le coltellate ricevute all’ascella, all’addome e al dorso. A chiamare i soccorsi gli amici, mentre gli aggressori si dileguvano. Il trasporto in ospedale si è rivelato inutile.
Le dichiarazioni del Sindaco Villa
«Voglio innanzitutto esprimere la mia soddisfazione per il lavoro minuzioso svolto dalle Forze dell’Ordine che -ha dichiarato il primo cittadino di Pessano con Bornago– lavorano spesso in sordina per il bene di tutta la popolazione. Rimane, tuttavia, il profondo dolore per un ragazzo poco più che ventenne che ha perso la vita e per i genitori che hanno perso un figlio».
Nonostante siano trascorsi diversi mesi dalla tragedia, c’è sgomento da parte del Sindaco Villa, che non nasconde la sua preoccupazione: «fare a botte e uccidere per una partita di droga non appartiene alla cultura dei nostri territori; è evidente -ha sottolineato- che bisogna tornare a trasmettere con forza il culto della legalità. Abbiamo psicologi, sociologi ed educatori che si stanno interrogando su come sia necessario intervenire in tal senso sulle nuove generazioni. I modelli utilizzati finora -ha affermato- è evidente che non funzionino più».
Una rissa conclusasi in tragedia per un acquisto di una partita di hashish avvenuto, pare, con soldi falsi. L’appello del Sindaco del comune pessanese ai giovani: «questa vita in stile Gomorra non vi porterà lontano; godete piuttosto di ciò che di bello ha da offrirvi la vita».
I fatti
Il tutto ha inizio nel mese di luglio dello scorso anno. Stando ai riscontri delle Forze dell’Ordine, un membro della banda di Pessano aveva venduto dell’hashish ad uno della banda di Vimercate. I soldi utilizzati per l’acquisto si erano poi rivelati falsi. Da qui, gli insulti via social e poi, il giorno precedente l’omocidio, una collutazione presso una scuola del comune della Brianza.
Non soddisfatte, le due comitive di giovani, tutti tra i 16 e i 24 anni, si sono dati appuntamento nel cortile di un palazzo in via Monte Grappa a Pessano per il regolamento di conti, finito in tragedia.
La rissa e l’omicidio
La sera del 29 settembre 2021, la banda di Vimercate è partita carica di pietre, mazze, spranghe, bastoni, coltelli, machete e bottiglie di vetro. Lo scontro a Pessano è stato raccapricciante. Il Gip del Tribunale per i minorenni di Milano scrive che il giovane Stucchi è stato ucciso con ferocia, tanto che gli aggressori, “non soddisfatti dell’accoltellamento”, quando il giovane non riusciva più a “scappare” ed era “inerte” sul marciapiede, hanno continuato a colpirlo con “calci”. Simone sarebbe morto dissanguato per le coltellate ricevute all’ascella, all’addome e al dorso.
A sferrare il colpo mortale sarebbe stato un ragazzo che, all’epoca dei fatti, aveva 17 anni compiuti. Nato a Melzo e di origine nordafricana, era insieme al fratello poco più che quindicenne. Il ragazzo, oggi maggiorenne, aveva già diversi procedimenti pendenti: furto e tentata estorsione nel 2018, tentato furto e minacce nel 2020, “oltre a un procedimento chiuso avanti al gip per lesioni aggravate” nel 2020.
Le indagini e gli arresti
I provvedimenti nei confronti di questi 24 giovani arrivano a seguito delle indagini avviate dalla Compagnia Carabinieri di Pioltello, che si sono concluse la scorsa mattina con il maxi blitz del Comando Provinciale di Milano.
Centodieci dieci uomini in campo che, casa per casa, sono andati a prelevare i giovani nelle rispettive abitazioni: cinque minorenni – di questi, due dovranno scontare la custodia cautelare in carcere, due saranno messi in comunità e una avrà l’obbligo di permanenza in casa – e diciannove maggiorenni, di cui sette destinatari del provvedimento di custodia cautelare in carcere e dodici saranno agli arresti domiciliari.