Stava andando al lavoro, quando vede una palazzina di due piani in fuoco. Si ferma, salva quattro persone (e un cagnolino) e senza neanche fermarsi per ricevere i ringraziamenti di chi era stato salvato, corre a lavorare con la paure di tardare. Lamine Gaye, ospite di Kayrós, è l’ultimo degli esempi che la comunità di don Claudio produce continuamente.
L’incendio è partito dal cortocircuito di un monopattino elettrico appoggiato su una porta di legno
Durante la mattinata di giovedì 12 maggio il secondo piano di una palazzina in via S. Remigio prende fuoco. Tutto è partito da un monopattino elettrico messo sottocarica, appoggiato a una porta di legno, cui corto circuito ha causato l’incendio. A passare in quella via, quella stessa mattina, Lamine Goye che, insieme al suo amico Moussa Touré decide di recuperare una scala e salvare le persone che erano bloccate nell’abitazione: si trattava di un uomo, due anziani e un ragazzino. Oltre a loro i due ragazzi portano in salvo anche un cagnolino. Niente di speciale, a detta loro, solo un gesto d’istinto, giustificato anche dal proprio lavoro: Lamine è infatti addetto alla sicurezza e antincendio in un supermercato. Così, come se il salvataggio non fosse stato niente di speciale o eroico, il ragazzo corre al lavoro, dove altrimenti avrebbe fatto ritardo.
Un viaggio lungo migliaia di chilometri
La storia di Lamine è tracciata da una continua rincorsa verso una prospettiva di vita più stabile. È a soli 13 anni che il ragazzo lascia la famiglia in Senegal e parte per un lungo viaggio, attraversando il Mali, il Burkina Faso, il Niger e infine la Libia. Elencare cinque stati è molto semplice, più complicato è immaginarsi un ragazzino che attraversa con dei pullmini di convenienza chilometri e chilometri di strade, spesso sterrate, con la speranza di trovare alla fine del viaggio un futuro migliore.
Quando credeva di aver trovato stabilità in Libia, viene caricato su un gommone dalla famiglia che lo ospitava. «Ci abbiamo messo più o meno due giorni perché il mare era calmo» ci ha spiegato il ragazzo. Sbarcato a Lampedusa, viene mandato in una comunità di Agrigento, in cui però non può rimanere poiché minorenne. Dopo una serie di spostamenti, raggiunge la comunità Kayrós, grazie alla quale può conseguire il diploma di terza media e seguire un corso sulla sicurezza e antincendio, che gli permetterà non solo di trovare lavoro ma anche di aiutare 4 cittadini vimodronesi. «Kayrós e don Caludio sono per me una seconda famiglia» ci ha detto il ragazzo raccontando la sua esperienza lì.
Il salvataggio durante l’incendio è stato un gesto eroico prontamente riconosciuto dai cittadini che avevano assistito alla scena e dal Sindaco Dario Veneroni, che lo ha ricevuto e ringraziato personalmente e ha dichiarato: «L’Amministrazione ha fatto a suo tempo una scelta lungimirante, affidando un ex spazio dell’Enel a don Claudio e alla sua comunità, e si vedono continuamente i risultati di questa scelta. Si può dire che Lamine sia l’ennesima conferma della forza di questa comunità».