A Gorgonzola il 14 maggio, al Teatro Argentia, è andata in scena l’opera “Orfeo ed Euridice” di Christoph Willibald Gluck (1714-1787) su libretto di Ranieri de’ Calzabigi, in un adattamento curato dall’Associazione Culturale Orchestra Crescendo.
L’obiettivo del progetto è stato quello di unire musica, danza, recitazione, parola, scena, dramma e creare un’opera lirica collettiva in cui i protagonisti sono stati i cittadini gorgonzolesi e della Martesana.
“Un’opportunità di crescita per ognuno di noi”
Sono state coinvolte circa una settantina di persone tra i sei e i settant’anni, provenienti da Gorgonzola, Cernusco sul Naviglio, Cassina de’ Pecchi, Segrate, Pessano con Bornago e Milano che hanno lavorato per mesi insieme, sotto la guida di Elisa Pezzi e Judit Fӧldes, per dare vita a un’opera che è considerata uno dei capolavori della musica.
«Da tempo pensavamo a un progetto musicale che coinvolgesse direttamente la cittadinanza, non solo come “pubblico” – ha dichiarato il Maestro Simone Fontanelli presidente dell’Orchestra Crescendo- Abbiamo proposto a chiunque, anche chi non ha mai avuto esperienze di questo genere, di unirsi a noi e essere parte attiva di questa avventura. La risposta da parte di molti cittadini è stata sorprendente. C’è chi si è unito all’orchestra, chi al coro, chi danza, recita e chi si è impegnato nel realizzare scenografie e costumi. Ognuno secondo le proprie capacità e possibilità ma tutti con grande entusiasmo e coraggio».
Il mito di Orfeo e Euridice è uno dei più conosciuti e commoventi racconti d’amore. Orfeo, musicista la cui arte riesce a incantare e ammansire persino le più feroci belve, distrutto per la morte della sua sposa Euridice, decide di scendere nell’Ade per riportarla nel mondo dei vivi. Gli Dei acconsentono, ma gli viene posta una condizione: non dovrà mai voltarsi a contemplare Euridice finché entrambi non avranno varcato la soglia dell’Oltretomba.
«L’intento è stato quello di offrire alle persone la possibilità di partecipare ad un progetto condividendolo ed arrivare ad un risultato a cui tutti contribuiscono a livello amatoriale e secondo le proprie capacità – ha spiegato Simone Fontanelli – Lavorare all’allestimento di un’opera lirica, seppur adattata, è un lavoro lungo e molto complesso che richiede cura, impegno, passione, oltreché saper affrontare e superare tutti i timori e le paure che ognuno ha ovviamente all’inizio. Questa, ne siamo convinti, è un’opportunità di crescita per ognuno di noi, all’interno di qualcosa che riguarda l’arte e il “fare” arte. Si imparano e si capiscono tante cose, anche quelle che si credevano incomprensibili o impossibili da imparare».
L’opera lirica riunisce in sé molte arti, in un unico tempo e luogo, ed è proprio questa una delle peculiarità che ha permesso la condivisione di questa iniziativa.
«Abbiamo fatto degli adattamenti mantenendo però la trama originale così come gran parte della musica e dei cori. Invece le parti cantate, a parte un’aria, sono state sostituite da parti recitate, anche facendole interpretare da diverse persone in successione. Questa è stata una operazione necessaria per far sì che coloro senza alcuna esperienza musicale e teatrale potessero prendervi parte – ha concluso Simone Fontanelli – Tutte le scene e i costumi sono stati creati e realizzati da chi ha partecipato a questo progetto, curando nei particolari questi aspetti, con un lavoro di ricerca e artigianale, usando materiale semplice e facilmente reperibile. É nostra intenzione replicare Orfeo in altri teatri e l’anno prossimo, sicuramente, allestiremo un’altra opera lirica. Manterremo la stessa formula che ha così tanto successo e interesse ha avuto».
Augusta Brambilla