Melzo, l’inaugurazione della mostra “Galbani l’archivio ritrovato. Dal Bel Paese a Carosello”

Dal 2 al 25 aprile al Cinema Arcadia

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Si è svolta sabato 2 aprile al Cinema Arcadia di Melzo la cerimonia di inaugurazione della prima mostra di immagini e documenti originali “Galbani: l’archivio ritrovato. Dal Bel Paese a Carosello”. Presenti il sindaco Antonio Fusè, l’assessore agli Eventi Francesco Ferrari, il vicesindaco Flaviano Forloni, il presidente del Consiglio Comunale Giacomo Tusi, il direttore Marketing Galbani Formaggi Mauro Frantellizzi e il curatore della mostra Andrea Tomasetig.

L’esposizione, che anticipala Fiera della Palme, è inserita nell’ambito della rassegna “Aspettando la Fiera” (leggi qui il programma completo della kermesse melzese). La mostra, incentrata sull’azienda fondata nel 1882 da Egidio Galbani, racconta la nascita e l’evoluzione di una delle più longeve realtà del panorama economico italiano, simbioticamente connessa con la comunità melzese grazie al contributo di uomini e donne che dalla fine dell’Ottocento hanno messo al servizio di Galbani intelligenza, capacità, energie, tempo di vita e di lavoro.

Nella foto da destra a sinistra: Mauro Frantellizzi, Andrea Tomasetig, Antonio Fusè, Flaviano Forloni, Francesco Ferrari, Giacomo Tusi.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo è stato suddiviso in sei sezioni. La prima “I Protagonisti” si apre con il ritratto autografato del fondatore Egidio Galbani, la seconda “Gli stabilimenti” con un album fotografico che documenta le diverse fasi delle lavorazioni nei vari stabilimenti primo tra tutti quello melzese.

Lo stabilimento Galbani Carni a Melzo – 1946(Archivio storico Galbani conservato presso la Biblioteca Vittorio Sereni di Melzo)

la terza dedicata al formaggio “Il Bel Paese”, il prodotto più famoso della Galbani che viene prodotto per la prima volta nel 1906, a cui sono state dedicate delle cartoline d’epoca, dei rari cartoncini pubblicitari in diverse lingue e delle curiose fotografie. La quarta e la quinta sezione “Non solo Bel Paese” sono dedicati agli altri prodotti lattiero-caseari quali il Taleggio, il Quartirolo, la Robiola e lo Stracchino e alcuni dai nomi curiosi come il Formaggio dei Casoni lombardi, il formaggio salame al pepe.

Esposti insieme ai prodotti, anche il packaging dell’epoca e lo splendido catalogo “Caseificio Davide Galbani, Melzo” stampato ad Aarau Lugano e che rappresenta uno degli esempi più alti dell’editoria aziendale italiana del primo Novecento.

Gli anni del mitico Carosello

L’ultima sezione della mostra riguarda la Grafica e la Comunicazione con l’attività promozionale della Galbani che appartiene alla migliore storia della pubblicità e della comunicazione italiane. Per gli Anni Trenta sono esposte le figurine mentre nel dopoguerra esplode il fenomeno del Carosello, 1957-1977, e la Galbani si affida a testimonial famosi come Paolo Panelli, Ugo Tognazzi e Johnny Dorelli, e a gadget come il pupazzo gonfiabile Ercolino “Sempreinpiedi”.

Memoria di una grande storia e tradizione

Andrea Tomasetig, classe 1954, friulano di nascita e melzese di adozione, ha collaborato dal 2003 al 2017 con il Comune, con il Sistema Bibliotecario Milano Est e con la Biblioteca “Vittorio Sereni” nell’organizzazione e realizzazione di mostre. La sua professionalità ed esperienza è conosciuta nell’ambiente dei collezionisti, bibliofili, librai, antiquari e di tutti gli appassionati del bello e della storia della grafica e dell’editoria.

«Ci sono mostre che raccontano la storia di una città e dei suoi abitanti lungo le generazioni, che scavano nella memoria e suscitano emozioni, ponendo anche domande sul futuro – ha dichiarato Andrea Tomasetig -. La collaborazione tra Galbani e il Comune testimonia l’interesse per la storia economica e sociale del territorio e più in generale italiana. Le operazioni di inventariazione per il successivo riordino, a cura della società Mémosis, sono appena cominciate, ma man mano che i lavori procedono si ha la consapevolezza del valore di quello che si è salvato, e di cosa si può continuare a cercare e portare alla luce. Il primo importante passo per la messa in sicurezza del patrimonio archivistico dell’azienda melzese è stato fatto e presto la documentazione sarà resa disponibile alla consultazione degli studiosi e del pubblico».

Operaie al confezionamento – secondo quarto del XX secolo (Archivio storico Galbani conservato presso la Biblioteca Vittorio Sereni di Melzo)

L’Archivio Storico Galbani comprende oltre 2.000 fotografie, più di 1.000 negativi e diapositive, più di 1.000 unità archivistiche tra documenti amministrativi, inserti pubblicitari, manifesti, etichette, materiale relativo ai prodotti, più di 200 unità di materiale a stampa, circa 200 filmati e spot pubblicitari e circa 100 tra oggetti, quadri, cartelloni pubblicitari.

«La mostra raccoglie un centinaio di materiali che documentano la costante attenzione della Galbani per la pubblicità e la comunicazione senza perdere di vista l’obiettivo di offrire un’organica visione d’insieme nel corso del tempo – ha sottolineato Tomasetig -. Si snoda attraverso sei sezioni: I protagonisti; Gli stabilimenti; Il Bel Paese; Non solo Bel Paese e Grafica e Comunicazione».

La storia della Galbani parte da Ballabio Inferiore nella Valsassina, terra di dinamici imprenditori caseari, come gli Invernizzi, i Locatelli, i Cademartori, quando il giovane Egidio Galbani fonda l’omonima società nel 1882 intestandola al padre Davide. Nel 1896 si trasferisce alla cascina Triulza a Melzo, luogo da lui ritenuto strategico per un insieme di fattori, e da lì “salpa verso il mondo” come recita una targa d’epoca esposta.

«Sono molto orgoglioso di assistere a un momento che per Galbani definirei storico, soprattutto perché quest’anno ricorre il 140° anniversario dalla sua nascita – ha dichiarato Mauro Frantellizzi, Direttore Marketing Galbani Formaggi -. Ringrazio il Comune per aver sempre creduto in questa operazione, importante non solo per la nostra azienda, ma anche per la comunità melzese, che dalla fine dell’Ottocento è stata l’anima del successo di Galbani e dei suoi prodotti in Italia e nel mondo».

Una mostra che intreccia la storia della città alla sua tradizione lattiero-casearia, ai suoi quartieri operai appositamente costruiti, al suo benessere economico.

«Galbani ha allacciato la sua storia a quella della nostra città – ha commentato il sindaco Antonio Fusèha scritto una storia importante favorendone lo sviluppo demografico, offrendo opportunità lavorative, ed economico dando visibilità. Una storia che siamo fieri di raccontare, con questa preziosa mostra, alla cittadinanza».

La mostra resterà visitabile fino al 25 aprile negli orari abituali di apertura del Cinema Arcadia. L’accesso è consentito nel pieno rispetto della normativa anti Covid-19 vigente.

Augusta Brambilla