“Parco del RespirO2”: a Segrate inaugurata l’area dedicata alle vittime del Covid-19 (FOTOGALLERY)

Un luogo della memoria e della condivisione per tutta la comunità

categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]

L’associazione “Vivi i tuoi spazi”, in collaborazione con “I Ragazzi di Robin” e il Comune di Segrate, hanno dato vita al progetto “Il Giardino del RespirO2”. L’inaugurazione si è tenuta il 20 febbraio al Parco Alhambra di Rovagnasco alla presenza del sindaco Paolo Micheli, dell’assessore all’Ambiente Damiano Malerba, del vicesindaco Francesco Di Chio e del presidente di Vivi i tuoi spazi Alfredo Pece, della coordinatrice dei Ragazzi di Robin Melania Scocco Bergamaschi, del vivaista Claudio Cazzaniga  e di Padre Giuseppe Hernandez, parroco della Parrocchia del Villaggio Ambrosiano.

«Perché il respiro è vita»

L’iniziativa nasce dalla sinergia tra due realtà del territorio, i “Ragazzi di Robin” e “Vivi i tuoi spazi”, che hanno unite i loro desideri e le loro forze per poter vedere realizzato un luogo che fosse memoria delle persone che sono venute a mancare o che si sono ammalate per il Covid-19 e anche luogo di raccoglimento e di condivisione.

«Vivi i tuoi spazi è nata quattro anni fa con l’obiettivo di pulire e di dare decoro agli spazi comuni di Milano 2 dove noi viviamo – ha dichiarato Alfredo Pece Socializzare, creare dei gruppi e coinvolgere i bambini e i ragazzi erano i nostri obiettivi, dando loro un messaggio chiaro di avere un ruolo ambientalistico e di rispetto della natura anche negli anni a venire. Da lì è nato il desiderio di piantare degli alberi e proprio da medico, coinvolto in prima linea contro il Covid-19 in ospedale, è venuta la voglia di creare uno spazio per tutte quelle persone che sono venute a mancare e che hanno avuto la malattia. Così come il Covid toglieva l’ossigeno e attaccava i polmoni, così noi diamo ossigeno alla vita all’ambiente, alle persone che vengono qui, in questo luogo bellissimo. Lo spirito di condivisione con i Ragazzi di Robin ci ha permesso di vederlo realizzato, grazie anche al sostegno dell’Amministrazione comunale».

Il Giardino del RespirO2 vede la luce grazie alla raccolta fondi delle due associazioni che hanno raccolto una cifra pari a circa 4 mila euro che sono stati utilizzati per l’acquisto di 22 alberi per uno spazio di 30 metri quadri. Tra le specie messe a dimora ci sono, solo per citarne alcune, l’ibisco, il pruno, il liriodendro e l’oleandro, che regaleranno fioriture in tutte le stagioni. 

«La raccolta fondi l’abbiamo iniziata perché volevamo fare qualcosa in quanto non è stato facile gestire la pandemia con i ragazzi – ha spiegato Melania Bergamaschi Un po’ per motivarli e un po’ per cercare di far comprendere ciò che succedeva. Era doveroso per noi che di questo momento difficile che tutti abbiamo attraversato, il giorno che fosse passato, dovesse restare un vissuto che avrebbe dovuto insegnarci qualcosa. Ai nostri ragazzi è stato insegnato molto e per loro sentirsi parte di un progetto significa sentirsi importanti, poter coltivare la propria personalità e valorizzare le proprie capacità». 

La targa commemorativa recita la frase “Questo luogo è un polmone verde dove respirare l’ossigeno della natura. Uno spazio per ricordare chi ha perso la vita con il COVID e coloro che hanno superato la malattia. Perché il respiro è vita”.

«Questo abbraccio collettivo lo dedichiamo a “I Ragazzi di Robin” e “Vivi i tuoi spazi” e un grazie per avere avuto questo pensiero – ha commentato il sindaco Paolo Micheli Mi vengono in mente tre buone ragioni per cui noi siamo qui. La prima è che sentiamo tutti quanti la necessità di conservare e di preservare la memoria di quello che è successo in questi due terribili anni. Ognuno di noi ha nel proprio bagaglio, nei propri pensieri e nella propria testa ciò che abbiamo vissuto, eventi che hanno colpito familiari, amici e persone che vivono vicino a noi. La seconda è che il Covid-19 non ha colpito soltanto la salute ma anche tantissimo le nostre coscienze, quello che è il nostro senso di comunità. L’ultima – ha concluso – è che noi siamo persone che piantano alberi perché crediamo che essi siano futuro e siano salute, facciano il bene nostro e il bene dei nostri figli. Oggi la comunità intera risponde alle tensioni, alle difficoltà e a chi mette in dubbio il futuro dicendo: noi piantiamo alberi».

 

Augusta Brambilla