A crepapelle

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Eccoti arrivare dal cancello della scuola.

Stai correndo verso di me.

Ti avvicini, ti vedo meglio.

Sulle tue guance spunta quella fossetta e io la vedo.

Mi salti in braccio e scoppio in una fragorosa risata.

 

Con aria contrariata ma con quel mezzo sorriso sul viso mi dici:

– Ehi mamma come mai ridi? –

Io ovviamente cerco di aver una parvenza amorevole e dolce.

– Questa volta mi hai fatto ridere a crepapelle con quei baffi di cioccolata! –

– Davvero? Cosa vuol dire mamma dimmelo! Non sarà mica che? –

La tua curiosità mi fa di nuovo sorridere.

 

Ci incamminiamo verso il tram n° 5.

– In un baleno saremo a casa. – Sei molto seria e silenziosa.

– Dovremmo ridere sempre mamma. Alla radio dicevano che ridere allunga la vita! –

Entusiasta della tua scoperta, non mi sembra giusto dover iniziare il discorso con una lezione universitaria di quanto faccia bene una cosa piuttosto che un’altra.

 

Saliamo sul tram, non è troppo affollato e riusciamo a sederci nel fondo dove salgono solitamente tutti i ragazzi che escono dalla scuola media.

Li scruti con sguardo sfuggente e ridi sotto i baffi.

 

Sgambetti freneticamente, percepisco la tua trepidazione per la mia risposta.

– Se ridi sei felice? – ti chiedo.

– Credo di sì. – rispondi un po’ incerta.

 

Sale il controllore e inizia il solito giro per chiedere i biglietti.

Sei pronta ed entusiasta, non vedi l’ora di mostrarglielo.

Una signora distinta non riesce a trovarlo e cerca nella borsetta in maniera confusa.

Inizia a sghignazzare nervosamente e ad alta voce borbotta.

– Mamma perché ride? Le farà la multa? –

Finalmente trova il biglietto, fa un bel sospiro e lo consegna al controllore con sorriso saccente.

 

– A volte ridiamo anche se non siamo felici? – mi domandi perplessa.

– Credo proprio di sì. Persino quando abbiamo paura. Ricordi quando eravamo in cima a quell’ albero e dovevamo calarci con la fune per toccare finalmente terra? Ed il primo tuffo nell’acqua alta? –

– E senza ciambella! – dici sorridendo a denti stretti.

 

Un signore seduto nella parte anteriore del tram sta dormendo. Si sveglia di soprassalto ed involontariamente urta la signora accanto a lui. Con un piccolo sorriso pacificatore alza la mano e si scusa.

 

– È come avere dei poteri magici mamma! Una volta ho visto un uomo che piangeva incontrarne un altro che rideva senza fermarsi. All’improvviso hanno iniziato a volare e l’uomo tanto triste non piangeva più, rideva tanto che gli facevano male le guance. –

– Eh già… le risate son contagiose. –

– Sì mamma! Erano davvero contagiosi ho riso… a crepapelle. –

 

– Immagina tutti i tuoi pensieri volare e ridere. Volteggiare, far capriole, saltare da una testa all’altra, anche mentre dormi! – Sogghigni divertita.

 

– Giochiamo a chi ride per primo? –

– Va bene, tra poco ci sarà la nostra fermata. –

 

Proviamo a resistere, ma alla fine scoppiamo entrambe in una grossa risata.

– Mamma abbiamo perso! –

– È difficile resistere! Quando guardi fisso fisso negli occhi qualcuno, vedi tutte le cose belle e divertenti. –

 

– Presto scendiamo è la nostra. –

 

– Domani lo rifacciamo? –