Eliminare il reato di coltivazione, rimuovere le pene detentive per qualsiasi condotta legata alla cannabis, oltre alla cancellazione del ritiro della patente. Dall’11 settembre è attiva la raccolta firme che promuove il referendum per la legalizzazione della Cannabis; i dati parlano chiaro: nel giro di 48 ore sono state raccolte 220mila firme, ma è davvero un risultato così inaspettato?
La richiesta di legalizzazione della Cannabis è promossa da anni
Sono anni che sia partiti politici che singoli cittadini in tutta Italia hanno sposato la causa della legalizzazione dell’utilizzo della Cannabis, i risultati di questi primi giorni di raccolta firme dimostrano un interesse verso un cambio di rotta legislativo. Non solo: la possibilità di poter firmare online tramite il proprio account SPID è stato un ulteriore incentivo alla sottoscrizione della petizione.
L’obiettivo è quello di raggiungere le 500mila firme entro il 30 settembre: non troppo lontana la meta quindi, ma stando ai dati sembra molto plausibile l’ipotesi che si possa concretizzare la raccolta firme in un vero e proprio Referendum: 220mila firme sono state infatti raccolte nel giro di 48 ore.
«Gli italiani stanno dimostrando di voler cogliere una preziossisima occasione di partecipazione, di dibattito e di riforma– ha commentato Riccardo Magi di +Europa-. Oggi, come sempre, i referendum sono anche la lotta per le regole e per l’informazione dei cittadini».
Diversi gli esponenti politici che stanno sostenendo la campagna, come Beppe Grillo che ha invitato i suoi seguaci a partecipare alla raccolta: «Firmate e fate firmare» ha scritto infatti sui social.
Anche i GD Milano hanno invitato a firmare: «La politica è chiamata ad assumersi responsabilità che ha rinviato per troppi anni– hanno scritto sul loro sito- : è per questo motivo che come GD Milano sosteniamo la proposta di legge scritta dai ragazzi di Manifesto Collettivo, che da tanti anni lavorano sul tema».