Segrate ponta a fare la sua parte per i profughi afghani

Sono sempre di più i sindaci che si dicono pronti all'accoglienza

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«Segrate da sempre è una città accogliente e solidale e se ci verrà chiesto di fare la nostra parte per aiutare le famiglie in fuga lo faremo senza tentennamenti». Non usa mezzi termini il sindaco di Segrate Paolo Micheli, che si dice disponibile a contribuire ad aiutare eventuale profughi in fuga dall’Afghanistan, tornato ormai nelle mani dei talebani.

«Ho letto le dichiarazioni del sindaco Beppe Sala che ha annunciato la mobilitazione di Milano di fronte al dramma umanitario che si sta consumando in Afghanistan – ha proseguito il primo cittadino – Chi scappa da violenze e soprusi, in particolare le donne e i bambini e chi ha cooperato in questi anni per la stabilità di quel paese, va protetto e sostenuto con senso di responsabilità e giustizia sociale».

Nella giornata di ieri, martedì 17 agosto, era stato infatti Beppe Sala tra i primi a parlare di organizzazione per l’eventuale accoglienza dei profughi afghani. A stretto giro era arrivato anche un appello dei sindaci Pd dell’area metropolitana di Milano.

«Le terribili notizie che arrivano dai media ci impongono un’assunzione di responsabilità, in primis come uomini e donne, e poi come rappresentanti delle istituzioni – hanno scritto i sindaci del Pd dell’area metropolitana – Sentiamo, infatti, il dovere di esprimere la nostra disponibilità e il nostro impegno ad accogliere le famiglie afghane in pericolo».