Dopo vent’anni di guerra non è cambiato nulla (come al solito). L’arrivo dei talebani a Kabul è stata l’ennesima conferma di come la soluzione a questa crisi umanitaria non si celi nelle armi ma nell’attenzione verso chi è in pericolo.
L’arrivo dei profghi afghani ha mobilitato lo scenario politico nazionale: sostegno e accoglienza delle famiglie costrette a scappare a causa del ritorno al potere dei talebani sembrano essere l’efficace soluzione, non senza polemiche. Si sente e si legge che l’Italia è pronta ad accogliere, ma cosa si può fare nel concreto per aiutare al meglio nel proprio piccolo?
Donazioni, petizioni, accoglienza
Sono diverse le associazioni che si stanno mobilitando per l’accoglienza delle famiglie costrette a scappare, come Pangea onlus, Emergency, Visions for Children, UNHCR. Sono state lanciate anche delle petizioni, che possono essere firmate per far sentire la propria voce, sostenendo un appello di sostegno delle vittime e della loro protezione.
Donne e bambini tra i soggetti più in pericolo
Tra le associazioni che cercano di dar loro un supporto c’è Women for Women International, che sui social ha dichiarato di stare raccogliendo donazioni con lo scopo di aiutare le donne afghane a trovare luoghi sicuri.